Fibromialgia, ricerche e cure personalizzate

Il trattamento si basa su un approccio multidisciplinare, tra farmacologia, fisioterapia e attività fisica, e terapia cognitivo-comportamentale

di Redazione Salus
16 marzo 2025
Il trattamento si basa su un approccio multidisciplinare, tra farmacologia, fisioterapia e attività fisica, e terapia cognitivo-comportamentale

Il trattamento si basa su un approccio multidisciplinare, tra farmacologia, fisioterapia e attività fisica, e terapia cognitivo-comportamentale

La sindrome fibromialgica è una malattia reumatica cronica caratterizzata da dolore muscoloscheletrico diffuso, frequentemente associato a una varietà di sintomi sistemici. Ad oggi, risulta una delle patologie reumatologiche più comuni, con una prevalenza globale tra il 2 e il 4% della popolazione. La distribuzione evidenzia una netta predilezione per le donne, con un rapporto di 9 a 1 rispetto agli uomini. L’età di insorgenza tipica è tra i 30 e i 60 anni, sebbene possa manifestarsi in qualsiasi fascia. Nonostante l’elevata prevalenza, la diagnosi è spesso ritardata a causa della natura aspecifica dei sintomi e della sovrapposizione con altre patologie.

La fibromialgia si manifesta con dolore muscoloscheletrico diffuso, che coinvolge almeno tre aree corporee distinte per un periodo superiore ai tre mesi. Sebbene non vi sia un biomarcatore diagnostico specifico, la sindrome si caratterizza per un’ipersensibilità dolorifica. Ciò implica un anomalo processamento dello stimolo dolorifico a livello del sistema nervoso sia periferico che centrale. Tale alterazione comporta una percezione amplificata degli stimoli nocivi, dando origine a una condizione di iperalgesia (risposta dolorosa esagerata a uno stimolo in grado di provocare dolore) e, nei casi più gravi, di allodinia (l’aumentata percezione di uno stimolo normalmente percepito come doloroso). La patogenesi è multifattoriale, svolgendo un ruolo primario l’interazione tra predisposizione genetica, fattori ambientali e psicologico-emozionali.

I sintomi della fibromialgia sono eterogenei. I principali comprendono dolore muscoloscheletrico diffuso, affaticamento cronico, disturbi del sonno e difficoltà cognitive, mentre altri sono cefalea, sindrome dell’intestino irritabile, disturbi dell’umore e sindrome della vescica iperattiva.

Ad oggi non esiste una cura definitiva, bensì il trattamento si basa su un approccio multimodale e multidisciplinare, volto a migliorare i sintomi e a ridurre l’impatto sulla qualità della vita. Il trattamento farmacologico, associato a interventi non farmacologici, è il più indicato per una gestione efficace.

I farmaci più promettenti agiscono a livello del sistema nervoso centrale e dei neurotrasmettitori implicati nella sua patogenesi. Tra le classi farmacologiche ricordiamo i miorilassanti centrali, gli antidepressivi triciclici, gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina-norepinefrina e gli anticonvulsivanti come il pregabalin e il gabapentin. Tra i trattamenti non farmacologici un ruolo fondamentale è ricoperto dalla fisioterapia e dalla terapia cognitivo-comportamentale. La fisioterapia, attraverso stretching e rinforzo muscolare, è fondamentale nel migliorare la mobilità e nel ridurre la rigidità. L’esercizio fisico regolare, compreso il nuoto e l’attività aerobica moderata, ha dimostrato miglioramenti sia nel controllo del dolore diffuso che nell’umore. La terapia cognitivo-comportamentale è spesso indicata per migliorare la gestione dei sintomi psicologici associati, come ansia e depressione, e sviluppare strategie di coping per affrontare il dolore cronico.

In conclusione, la fibromialgia è una patologia cronica altamente invalidante che richiede una gestione multidisciplinare, personalizzata in base alle necessità del singolo paziente, e una continua ricerca per affinare le strategie terapeutiche e individuare opzioni più mirate ed efficaci.

professor Roberto Giacomelli Direttore Immunoreumatologia Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico