Dormire poco fa male al cuore: bastano 3 notti insonni per aumentare il rischio di ammalarsi

Uno studio svedese lancia l’allarme: già dopo poco tempo, si alzano i livelli di alcune proteine collegate allo sviluppo di scompenso cardiaco e coronaropatie

di Redazione Salus
10 maggio 2025
L'insonnia può danneggiare il cuore

L'insonnia può danneggiare il cuore

Una notte passata in bianco può rovinare l’agenda della giornata successiva, facendo sentire stanchi e incapaci di concentrarsi. Ma più notti possono addirittura rovinare la salute del cuore: secondo uno studio condotto dall’Università di Uppsala e pubblicato su Biomarker Research anche pochi giorni di sonno insufficiente – per insonnia o per cattive abitudini – possono attivare meccanismi molecolari che aumentano il rischio di malattie cardiovascolari.

Perché poco sonno fa male a cuore e coronarie

Per isolare l’effetto del sonno sulla salute del cuore dalle altre variabili legate allo stile di vita (come per esempio la dieta e l’attività fisica), i ricercatori svedesi hanno condotto un esperimento controllato in laboratorio coinvolgendo 16 giovani uomini sani e normopeso, tutti con abitudini di sonno regolari.

Ogni partecipante allo studio ha trascorso due sessioni separate nella “sleep lab” (una stanza-laboratorio specificatamente attrezzata): la prima sessione prevedeva di avere un sonno normale (8,5 ore) per tre notti consecutive; l’altra concedeva invece solo 4,5 ore di sonno, sempre per tre notti di seguito. In entrambe le occasioni sono stati prelevati campioni di sangue la mattina e la sera, anche dopo aver chiesto ai 16 uomini di fare esercizio fisico a livello intenso per 30 minuti (un’attività benefica per il cuore) .

Analizzando circa 90 proteine nel sangue, i ricercatori hanno osservato che la deprivazione del sonno portava già dopo solo tre notti a un significativo aumento dei livelli di quelle capaci di indurre infiammazioni collegate a un maggior rischio di sviluppare patologie come scompenso cardiaco e coronaropatie.

La prevenzione inizia di notte

Interessanti anche i dati relativi all’effetto combinato di mancanza di sonno ed esercizio fisico. Alcuni biomarcatori associati ai benefici dell’attività fisica sul cuore sono risultati aumentare comunque, anche dopo una notte con solo 4,5 ore di sonno, ma gli studiosi svedesi si dichiarano certi che lo sport non può annullare del tutto il danno biologico legato al dormire poco. Anche perché studi precedenti hanno già evidenziato che l’attività fisica, in condizioni di deprivazione del sonno, può comportare un carico maggiore sul muscolo cardiaco con tutti i rischi connessi.

Secondo gli autori, servono ulteriori ricerche per capire se gli effetti da loro rilevati nei 16 uomini sani siano simili nelle donne, negli anziani o in chi ha già problemi cardiaci. Ma al contempo nel lavoro di ricerca viene sottolineato che il dato allarmante sta proprio nel fatto che le variazioni dei livelli di proteine potenzialmente dannose per il cuore sono state riscontrate già in soggetti in giovane età e in buona salute, senza fattori di rischio preesistenti.

Il messaggio è quindi chiaro: bastano poche notti di scarso riposo per innescare reazioni molecolari che possono innalzare il rischio cardiovascolare. E così la prevenzione comincia di notte, perché dormire bene e il giusto è una componente fondamentale nella prevenzione delle malattie cardiache tanto quanto una corretta dieta e una regolare attività fisica.