“Troppe diagnosi sbagliate o tardive”. L’allarme Ocse e gli errori più frequenti
Quasi un referto su sei è errato o arriva in ritardo: a dirlo è l’ultimo rapporto Ocse. Dai tumori alla sepsi e i problemi al cuore: “Investire sulla sicurezza salva vite”. Ecco cosa succede in Italia

Troppe diagnosi sbagliate o tardive
La nostra salute è in buone mani? Non sempre. Quasi una diagnosi su sei è sbagliata o arriva troppo tardi per poter avviare dei protocolli di cure efficaci. Con un effetto domino sui pazienti e sui costi elevatissimi che ricadono sui sistemi sanitari. E succede nei Paesi avanzati come l’Italia. A dirlo è nuovo rapporto Ocse, che parla di un bug che riguarda il 15% dei referti.
"Investire nella diagnosi sicura è una scelta lungimirante, perché salva vite, migliora la qualità dell'assistenza e consente di risparmiare risorse preziose”, si legge nel rapporto appena pubblicato. L'organizzazione stima che il peso economico di questi errori possa raggiungere il 17,5% della spesa sanitaria, pari a circa 1,8% del Pil.
A essere particolarmente a rischio sono le patologie complesse: dalla sepsi alle malattie rare, ma anche i tumori a sviluppo lento, i problemi cardiovascolari nei giovani e sindromi post-virali come il Long Covid. Ed è un problema trasversale, che riguarda sia le categorie economicamente più fragili che quele più forti.
Cosa succede in Italia
L'Ocse propone di migliorare la formazione clinica, includendo il tema dell'errore come parte integrante del percorso di crescita professionale, coinvolgere di più i pazienti, rendendoli partecipi del processo diagnostico e informandoli sui rischi legati a diagnosi eccessive o mancate. E ancora: utilizzare meglio le tecnologie digitali, incluse le soluzioni di intelligenza artificiale, ma sempre con validazioni rigorose.
In Italia il 34,98% degli eventi avversi che portano a una denuncia di sinistro per sospetto errore medico rilevati riguardano l'area chirurgica, il 17,08% alla medicina generale, il 13,67% all'ortopedia e traumatologia, il 12,97% all'emergenza-urgenza, il 6,34% a ostetricia e ginecologia. Sono i dati del report 'Panorama dei rischi. Le sfide correlate alla presa in carico del paziente' elaborato dal gruppo mutualistico europeo Relyens.
I 3 errori più comuni di medici e ospedali
Il rapporto esamina tre tipi diversi di errori diagnostici. Ecco quali sono, secondo il rapporto Ocse.
Sovradiagnosi: quando si individuano malattie che non avrebbero mai dato sintomi o problemi ed è il caso di tumori diagnosticati grazie a screening sempre più precoci, che però portano a trattamenti inutili e a volte dannosi.
Sottodiagnosi: quando la malattia non viene riconosciuta o viene liquidata come qualcosa di meno grave. Succede spesso con i disturbi psichiatrici o con patologie nuove e complesse come il Long Covid.
Diagnosi errata: quando si individua la malattia sbagliata, portando il paziente su un percorso terapeutico inefficace o forse peggio ancora nocivo. Secondo l'Ocse, chi appartiene a fasce sociali più deboli, con minore accesso a cure specialistiche, ha un rischio maggiore di sottodiagnosi. Come, talvolta, chi può permettersi più visite ed esami rischiando una sovradiagnosi, spesso guidata da una medicina sempre più difensiva e tecnologica, ma non sempre efficace.
Fiaso: “Migliorare al sicurezza diagnostica”
"Il recente rapporto Ocse conferma un dato allarmante: fino al 15% delle diagnosi nei Paesi avanzati è errato o tardivo, con gravi conseguenze per i pazienti e un forte impatto economico. Migliorare la sicurezza diagnostica deve essere una priorità assoluta". Lo ha evidenziato Giovanni Migliore, presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso).
"Servono tre azioni chiave – ha spiegato in una nota – promuovere il lavoro clinico collaborativo, definire regole chiare per l'uso dei test diagnostici e investire nell'innovazione. La medicina difensiva, spinta dal timore del contenzioso, porta a esami inutili senza migliorare le diagnosi, va superata con protocolli basati sull'evidenza, linee guida aggiornate e un sistema di responsabilità più equilibrato".
"L'integrazione dei dati clinici e l'intelligenza artificiale – conclude – possono migliorare l'accuratezza diagnostica. Ridurre gli errori significa proteggere i pazienti e rendere il sistema più sostenibile. È il momento di agire".