Craniostenosi, cos’è la malformazione del figlio di Guenda Goria: “Noha non aveva spazio per il cervello”

L’attrice, figlia di Maria Teresa Ruta e Amedeo Goria, ha raccontato in tv il dramma dell’operazione: il suo bimbo operato alla testa a 3 mesi. Come si riconosce e le conseguenze

di Redazione Salus
11 marzo 2025
Guenda Goria col piccolo Noah

Guenda Goria col piccolo Noah

Operato al cervello a soli tre mesi di vita. È la drammatica esperienza raccontata in tv dall’attrice Guenda Goria, la figlia di Maria Teresa Ruta e Amedeo Goria: il figlio neonato ha dovuto affrontare un intervento chirurgico al cranio.

Noah era sanissimo. Il parto cesareo era andato bene, senza problemi. Dopo poco si sono accorti che la fronte era un pochino schiacciata, motivo per cui abbiamo fatto una visita in neurochirurgia. Dopo tre mesi ci hanno fatto tornare e ci hanno detto che aveva una craniostenosi”, ha raccontato mamma Guenda a Verissimo.

“Noah non aveva spazio per lo sviluppo del cervello”

“Noah non aveva lo spazio necessario per lo sviluppo del cervello. La testolina si era completamente chiusa. Ci hanno detto che bisognava operarlo urgentemente. È stato un momento durissimo”, ha proseguito l’attrice in trasmissione.

Guenda Golia ha raccontato il suo calvario: l’attesa e la durante l’operazione, la preoccupazione per il futuro del figlio. “Il giorno dell'operazione ho portato Noah in sala operatoria. Non mi dimenticherò mai il suo sguardo quando gli hanno messo la mascherina. Ho pregato molto. Dopo quattro ore la primaria di neurochirurgia ci ha detto che l'intervento era andato bene. Abbiamo voluto proteggere Noah il più possibile. Ora sta bene, anche se dobbiamo continuare a fare dei controlli. Fino ai 3 anni dovrà essere attenzionato. Gli copro le cicatrici in testa per proteggerlo, ma so che poi ne andrà fiero”.

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Cos'è la craniostenosi

Le craniostenosi sono un gruppo di malformazioni craniche congenite che portano a una prematura saldatura delle cosiddette ‘suture craniche’.

Solitamente, quando un bambino nasce ha le ossa del cranio unite tra loro da un tessuto fibroso molle, chiamato ‘suture craniche’. Nei primi anni di vita le suture craniche rimangono flessibili per permettere al cranio di espandersi e di adattarsi alla crescita del cervello. Solo alla fine dell’infanzia si innesca il processo di ossificazione.

Nei bambini affetti da craniostenosi, invece, la fusione delle suture avviene in modo prematuro, spesso già nel corso della gestazione. E, di conseguenza, il neonato va incontro a uno sviluppo anomalo del cranio

Perché la testa si deforma

Poiché le giunture delle ossa craniche si saldano troppo presto, il cranio è costretto ad espandersi sfruttando le suture aperte, causando un progressiva deformazione della testa. 

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Come si riconosce la craniostenosi 

Esistono diverse tipologie di craniostenesi, ognuna dà segnali diversi e provoca malformazioni differenti. "In alcuni casi i segni risultano già ben visibili nel corso delle indagini prenatali. In ogni caso sono perlopiù ben riconoscibili alla nascita e nei primi mesi di vita del neonato tendono ad accentuarsi”, spiegano gli esperti sul sito del Policlinico del Sant’Orsola di Bologna. 

  • Scafocefali è la più comune dovuta all’indurimento della sutura sagittale, che divide a metà la parte superiore del cranio. I bambini affetti da scafocefali presentano una forma allungata e stretta del cranio, con una fronte alta e sporgente.
  • Trigonocefalia è causata dalla saldatura della sutura metopica, che divide  verticalmente in due la fronte. La testa assume una forma triangolare con riduzione della distanza fra gli occhi.
  • Plagiocefalia è dovuta alla saldatura di una delle suture coronali, che dividono l’osso frontale del cranio dal parietale, che si trova di lato. Chi ne soffre, presenta alterazioni della forma della fronte, del naso e delle orbite degli occhi.
  • Craniostenosi multisuturali sono le forme più rare, in cui tutte le suture si saldano contemporaneamente. La causa è genetica e può coinvolgere anche altre parti del corpo.

Le conseguenze per i neonati

Non si tratta solo di conseguenze estetiche, le craniostenesi possono essere associate  ad alterazioni oculari, muscolo scheletriche o all’aumento della pressione intracranica, con  possibile danno cerebrale. Sono conseguenze che variano in base al tipo di malformazione e alla gravità, ma l’intervento chirurgico – se eseguito nei giusti tempi e in modo corretto – può risolvere i i problemi e fermare questi aggravamenti. 

Non sempre il cranio schiacciato deve preoccupare

“È bene precisare – continuano dal Sant’Orsola – che non tutte le alterazioni della forma del cranio implicano una craniostenosi: il cranio di un bambino può ad esempio apparire maggiormente schiacciato su un lato per la preferenza di posizione adottata durante il riposo. Anche per questo motivo, per inquadrare correttamente la patologia è bene affidarsi al proprio pediatra di fiducia che collabora con strutture specializzate”.