Fino ai 75 anni il cervello femminile resiste meglio all’età: poi la rotta s’inverte
I risultati di una nuova ricerca americana potrebbero aprire nuovi scenari nello studio delle malattie neurodegenerative

Coppia di anziani - Crediti iStock Photo
Svolta nell’invecchiamento cerebrale. Fino ai 75 anni, il cervello delle donne sembra mantenere migliori capacità cognitive e subire meno perdita di tessuto rispetto a quello degli uomini. Tuttavia, oltre questa soglia d’età, il quadro sembra capovolgersi. È quanto ha evidenziato uno studio recente condotto dal gruppo di ricerca di Abel Torres-Espin, in collaborazione con l’Università di Waterloo (Canada) e l’Università della California a San Francisco. La ricerca, pubblicata su ‘Science Translational Medicine’, sottolinea l’importanza di considerare il sesso e l’età nello studio delle malattie neurodegenerative.
Invecchiamento e vasi sanguigni
Più si invecchia, più la pelle si riempie di rughe. Tessuti e muscoli tendono a rilassarsi e a perdere tono e vigore, ma non solo. Anche l’estesa rete vascolare del corpo umano ne risente. Con il passare degli anni, i vasi sanguigni diventano meno elastici e possono rompersi, contribuendo al deterioramento cognitivo. La riduzione della densità dei capillari e il rallentamento dell’angiogenesi (ossia il processo di formazione di nuovi vasi sanguigni) sono fattori strettamente legati a demenza e Alzheimer. Per comprendere meglio questi meccanismi, il team di ricerca ha analizzato 435 individui di età superiore ai 75 anni, confrontandoli con un gruppo di controllo. L’analisi ha incluso imaging cerebrale, dati clinici e marcatori del sangue, come il VEGF (Vascular Endothelial Growth Factor), un regolatore cruciale della crescita dei vasi sanguigni.
Differenze di genere
Il nuovo studio ha identificato due aspetti chiave del declino cognitivo con l’avanzare dell’età: la ridotta capacità di angiogenesi e la salute generale del sistema vascolare cerebrale. Un’ulteriore analisi, poi, ha rivelato che alcune differenze di genere influenzano il processo. Fino ai 75 anni, le donne presentano marcatori di angiogenesi associati a migliori funzioni cognitive e a una minore atrofia cerebrale rispetto agli uomini. Dopo questa età, però, questi vantaggi decadono, e gli uomini sembrano soffrire meno il declino neurovascolare rispetto alle coetanee.
Verso nuove terapie personalizzate
Oltre a confermare che sesso ed età sono fattori determinanti per comprendere e combattere le malattie neurodegenerative, gli studiosi americani suggeriscono che approfondire il ruolo dell’angiogenesi potrebbe aprire la strada a nuove strategie terapeutiche importanti per prevenire il declino cognitivo, ma anche per personalizzare le cure in base alle specificità individuali. Ricerche come quella pubblicata su ‘Science Translational Medicine’ indicano, infatti, che, mentre le donne sembrano beneficiare maggiormente di un sistema vascolare sano in giovane età, gli uomini potrebbero richiedere cure differenti, soprattutto nella fase avanzata della vita. Questa ipotesi, se validata da ulteriori studi, potrebbe aprire la strada a trattamenti personalizzati più efficaci per combattere le malattie neurodegenerative e migliorare il benessere degli anziani.