Il cancro inizia da bambini? La colibactina sotto accusa: potrebbe causare tumori precoci

Uno studio americano ha dimostrato la presenza di questa tossina nei giovani colpiti dal tumore al colon. Gli scienziati ipotizzano che l’esposizione sia avvenuta prima dei 10 anni. Ecco cos’è e perché è pericolosa

di MARINA SANTIN
8 maggio 2025
Uno studio statunitense sui tumori precoci

Uno studio statunitense sui tumori precoci

I tumori a esordio precoce, quelli che colpiscono gli adulti di età inferiore ai 50 anni, vengono diagnosticati sempre più frequentemente. Solo in Italia, dal 1990 al 2019 sono aumentati del 79%.

I tipi di cancro che stanno registrando un significativo aumento tra i giovani, sono ben 17 e tra tutti, l’incremento dei tumori colon-rettali è quello che desta maggiore preoccupazione tra gli specialisti, basti pensare che nel nostro paese rappresenta il 10-12% di tutti i nuovi tumori diagnosticati.

I fattori che hanno determinato questa tendenza non sono ancora del tutto noti, ma uno studio pubblicato di recente su Nature evidenzia che una possibile causa potrebbe essere l'esposizione durante l’infanzia a una particolare tossina, la colibactina, prodotta da alcuni batteri comunemente presenti nell'apparato digerente.  

Il ruolo della colibactina  

La colibactina è una tossina prodotta da alcuni ceppi del batterio Escherichia coli. Studi precedenti stimano che circa il 20% delle persone sane, e circa il 31% dei neonati, presentino questo ceppo di batteri nell’intestino.

Questa tossina è in grado di danneggiare il DNA delle cellule generando delle mutazioni riscontrate più frequentemente nei giovani affetti da tumori intestinali e questo nuovo studio, condotto dai ricercatori dell'University of California di San Diego, guidati da Ludmil Alexandrov, PhD, professore di medicina cellulare e molecolare presso la stessa Università, ne dimostra ulteriormente la stretta connessione con l’insorgenza precoce di cancro del colon-retto.

Le mutazioni più comuni negli under 40

I ricercatori hanno analizzato geneticamente quasi 1.000 campioni di cancro del colon-retto provenienti da persone di undici Paesi differenti e, confrontandoli, hanno scoperto che le mutazioni del DNA associate alla colibactina erano 3,3 volte più comuni nei tumori diagnosticati prima dei 40 anni rispetto a quelli individuati dopo i 70 anni.

Per questo ipotizzano che l'esposizione alla colibactina sia probabilmente avvenuta in una fase precoce della vita dei partecipanti allo studio, probabilmente prima del decimo compleanno.

I risultati dello studio suggeriscono che l'esposizione alla colibactina potrebbe "mettere i bambini nella condizione di sviluppare un tumore del colon-retto 20 o 30 anni prima del normale, quindi, invece di contrarlo a 60 o 70 anni, potrebbero svilupparlo a 30 o 40 anni", sottolinea Alexandrov.  

Al lavoro per un test specfico  

Lo studio non è riuscito a dimostrare in modo definitivo che la colibactina sia la causa dei tumori, ma ha trovato un'associazione significativa tra le mutazioni legate alla tossina e la malattia a esordio precoce.

"Il nostro studio fornisce prove associative molto solide – afferma Alexandrov – ma sono necessarie ulteriori ricerche per dimostrare un nesso causale”. Il suo team sta già pianificando ulteriori studi per valutare come i bambini siano esposti alla colibactina e se l’utilizzo di alcune sostanze, ad esempio i probiotici, possa proteggere dalla tossina. Inoltre, sta anche lavorando allo sviluppo di un test delle feci in grado di rilevare segni di danni correlati alla colibactina, così che, se qualcuno risultasse positivo, potrebbe essere monitorato in modo più specifico per il cancro del colon-retto.  

L’infanzia influenza la vita adulta  

I ricercatori stanno ancora cercando di determinare quali azioni potrebbero essere intraprese per prevenire il cancro del colon-retto a esordio precoce, ma, puntualizza Alexandrov “questo studio suggerisce che non solo è importante individuare le abitudini che gli adulti potrebbero adottare come prevenzione, ma anche studiare strategie che possano ridurre al minimo i rischi per la salute nei primi anni di vita”. Un altro aspetto importante di questa ricerca è che a“evidenzia l'effetto dell'infanzia sulla vita adulta, una cosa accaduta a tre o quattro anni può avere ripercussioni a 30, 40 o persino 50 anni”, conclude l’esperto.