Bebè e celiachia, cosa si può fare?
La predisposizione genetica resta cruciale, ma il crescente tasso di incidenza dà il peso dei fattori esterni .

La predisposizione genetica resta cruciale, ma il crescente tasso di incidenza dà il peso dei fattori esterni .
La celiachia in età pediatrica ha un impatto significativo sulla vita dei bambini e sulle loro famiglie. Come è noto, si tratta di una malattia cronica autoimmune che colpisce la mucosa dell’intestino tenue in risposta al glutine (proteina presente in grano, segale ed orzo). Le ultime novità dagli Stati Uniti, pubblicate ai primi di maggio dalla Celiac Desease Foundation svelano connessioni con l’allattamento al seno, un’alimentazione precoce col glutine tra i neonati, e conseguenze quali disturbi intestino-cervello che non si risolvono con una dieta gluten free, indicando l’importanza di un approccio integrale che va oltre la dieta rigorosa.
Lo studio Celiac Disease Genomic Environmental Microbiome and Metabolomic (Cdgemm) avviato nel 2020 dal Massachusetts General Hospital evidenzia come il neonato abbia un microbioma immaturo e si prefigge di individuare quali fattori ambientali (oltre a quelli genetici) conducano poi allo sviluppo di batteri ‘giusti’ per un intestino sano, e quali invece lo facciano ‘deviare’ dal suo percorso. Max Manwaring-Mueller, medico del Buck Institute for Research on Aging, in occasione della Settimana delle Malattie Digestive 2025, ha presentato nuove scoperte emerse dallo studio Cdgemm.
La predisposizione genetica (Hla-Dq2/Dq8) resta cruciale, ma il crescente tasso di incidenza della celiachia (che colpisce 1 persona su 100 negli Usa) indica un’importanza crescente dei fattori esterni. Il team del Cdgemm ha esaminato l’esposizione ambientale dei bambini, individuando modelli predittivi per l’insorgenza della malattia. Tra i 423 bambini studiati, è emerso che l’allattamento al seno nei primi sei mesi di vita offre un effetto protettivo, mentre l’introduzione del glutine tra i sette e i quindici mesi è associata a un rischio maggiore di sviluppare celiachia. Inoltre, le bambine mostrano una maggiore suscettibilità, rappresentando il 70% dei casi di sieroconversione.
Un dato curioso riguarda anche l’ordine di nascita: i fratelli maggiori presentano un rischio superiore di sviluppare la celiachia rispetto ai fratelli minori, suggerendo un possibile effetto connesso alla sequenza di nascita. Altre ricerche presentate alla Digestive Disease Week 2025 di San Diego, condotte da Andrew Krueger del Cincinnati Children’s Hospital Medical Center, hanno evidenziato come, nonostante una dieta rigorosamente priva di glutine, confermata dal miglioramento atteso nei livelli di transglutaminasi tissutale negli esami del sangue, il 43% dei bambini con celiachia (confermata da biopsia intestinale) coinvolti dello studio (191 giovani tra 4 e 21 anni, seguiti per un periodo di 9-24 mesi) abbiano continuato a manifestare sintomi come stitichezza (33%), dolore addominali (29%) e sindrome dell’intestino irritabile considerati dunque quali Disturbi dell’interazione intestino-cervello (Dgbi - Disorders of gut-brain interaction).
Ciò non è dunque segno di un fallimento della terapia alimentare bensì di una condizione sovrapposta che richiede un tipo di attenzione che va oltre la semplice gestione dietetica. Il miglioramento sierologico, è emerso, in quasi la metà dei casi non indica sempre la risoluzione di sintomi che influenzano significativamente la qualità della vita, il rendimento scolastico, la salute mentale e il benessere emotivo dei giovani pazienti. A riprova di ciò lo studio mette in luce che bambini asintomatici al momento della diagnosi raramente sviluppano Dgbi in seguito. Ciò suggerisce che la sintomatologia precoce gioca un ruolo negli esiti a lungo termine. Comprendere e diagnosticare i Dgbi nei bambini con celiachia può aiutare a personalizzare i trattamenti, migliorando sia il benessere digestivo che quello emotivo con un modello di assistenza multidisciplinare, che includa non solo gastroenterologi e dietologi, ma anche psicologi e altri professionisti, quando necessario.