Perché i bambini di città soffrono più spesso di allergie: svelato il ruolo chiave dei ‘Linfotici T’

Una ricerca pediatrica dell’Università di New York ha confrontato i neonati urbani con quelli che vivono in campagna: ecco cosa è emerso dallo studio. Cosa c’entra il microbioma con il sistema immunitario

di MARINA SANTIN
16 maggio 2025
Uno studio rivela perché i bambini di città soffrono più spesso di allergie

Uno studio rivela perché i bambini di città soffrono più spesso di allergie

Perché i bambini che vivono in città sono più inclini alle allergie rispetto a quelli che crescono in campagna? Un team di ricercatori del Dipartimento di Pediatria dell'University of Rochester Medical Center (URMC) di New York ha fatto un’importante scoperta. Guidati da Kirsi Järvinen-Seppo, MD, PhD, hanno individuato una sottopopolazione unica di ‘linfociti T’, noti come linfociti helper 2 (Th2), con caratteristiche molecolari distinte che svolgono un ruolo cruciale nello sviluppo di malattie allergiche durante la prima infanzia.

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Cosa sono i linfociti T 

I linfociti T sono cellule immunitarie fondamentali che combattono le infezioni, ma ci sono prove che questo specifico sottotipo riconosca determinati alimenti come allergenici e li attacchi. "Queste cellule T proallergiche sono più infiammatorie di qualsiasi altra precedentemente descritta in questo contesto – afferma Järvinen-Seppo, che è anche primario di Allergologia e Immunologia Pediatrica presso l'UR Medicine Golisano Children's Hospital – e sono state riscontrate più frequentemente nei neonati che vivono in un contesto urbano e che, crescendo, hanno sviluppato allergie. Questa evidenza suggerisce quindi che questi particolari linfociti T potrebbero essere un biomarcatore predittivo o addirittura un fattore meccanicistico della malattia allergica".

La scoperta sui neonati

Lo studio sui neonati ha confrontato campioni di sangue di due diverse popolazioni di bimbi: quelli nati in città e quelli appartenenti a una comunità agricola, i Mennoniti dell'Antico Ordine (OOM) della regione di Finger Lakes, nello stato di New York, noti per i loro bassi tassi di allergie.

I ricercatori hanno scoperto che, mentre i neonati urbani presentavano livelli più elevati di ‘cellule Th2 aggressive’, i neonati OOM avevano più ‘cellule T regolatorie’ che contribuiscono a mantenere il sistema immunitario in equilibrio e a ridurre la probabilità di risposte allergiche.

Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per identificare una possibile causa, Jarvinen-Seppo ipotizza che “le differenze nello sviluppo del microbioma intestinale tra le due popolazioni e una maggiore esposizione ai batteri "sani" nei bambini che vivono in zone rurali possono essere un fattore determinante.

L'ambiente agricolo, ricco di esposizione microbica, sembra favorire lo sviluppo di un sistema immunitario più tollerante, mentre quello urbano può contribuire alla crescita di cellule immunitarie predisposte all'infiammazione allergica”.  

La ricerca continua: si cercano terapie preventive

Questa ricerca fa parte di un lavoro più ampio condotto dallo stesso team di ricercatori che mira a scoprire come un’esposizione microbica precoce possa influenzare gli esiti immunitari a lungo termine e a indagare le differenze ambientali, di microbioma e immunitarie nei bambini di città e di campagna di età inferiore ai 12 anni.

L'obiettivo è individuare dei fattori protettivi che potrebbero essere tradotti in terapie preventive inclusi probiotici o interventi di supporto al microbioma. "Se riusciamo a identificare le condizioni di questa disparità tra le diverse sottopopolazioni di cellule T, possiamo potenzialmente trovare soluzioni allo sviluppo delle malattie allergiche", conclude Järvinen-Seppo.