Ansiolitici e antidepressivi, boom in farmacia
Rapporto Osmed: cala il consumo di antibiotici, aumenta il ricorso agli psicofarmaci. Cresce l’automedicazione responsabile
La tendenza del momento Cala il ricorso agli antibiotici, impennata nel consumo di antidepressivi. Nell’anno della pandemia l’ansia la fa da padrona, e sono gli antipsicotici sono i farmaci che registrano l’aumento maggiore delle prescrizioni (+17,2%) rispetto all’anno precedente. È quanto emerge dal Rapporto OsMed presentato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). La prescrizione di psicofarmaci mostra un andamento crescente nelle diverse fasce di età, senza risparmiare l’epoca della pubertà, nella quale si registra un tasso di 65 prescrizioni ogni mille adolescenti tra 12 e 17 anni. Negli ultimi sei anni negli adulti il consumo di queste molecole attive sul sistema nervoso centrale è aumentato di oltre il 20%. L’anno scorso, dicevamo, c’è stata una riduzione del consumo degli antibiotici del 21,7% rispetto al 2019, un trend che potrebbe dipendere dal cambiamento dei comportamenti (disinfettanti, distanziamento) che possono aver ridotto la trasmissione delle infezioni batteriche. Grande assente l’influenza, dato che sono cresciute le somministrazioni del vaccino antinfluenzale (+23,6%), per l’adesione massiccia alla campagna vaccinale nel corso. La propensione alla profilassi antinfluenzale è figlia dei lockdown e della paura dei virus. «Abbiamo imparato durante il Covid il ruolo fondamentale del Servizio sanitario nazionale e della ricerca, in particolare degli studi randomizzati che ci hanno consentito di cambiare lo standard terapeutico», ha detto il direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini. Complice la pandemia, che rende sempre un pochino più complicato l’accesso alle strutture sanitarie, gli italiani mostrano di tenere in considerazione l’importanza di mantenersi in salute e di compiere scelte di buon senso attraverso l’automedicazione responsabile e riscoprendo tanti rimedi della nonna che nel tempo avevamo sottovalutato. C’è bisogno di scelte ponderate nella tutela della propria salute, prova ne sia il dato secondo il quale il 65,4% degli italiani si è autogestito per rimediare ai disturbi più comuni, ricorrendo a farmaci che già conosceva, secondo quanto emerso da uno studio Censis per Assosalute. Negli ultimi 12 mesi oltre 46 milioni di nostri connazionali hanno sofferto di un piccolo disturbo, con alcuni inconvenienti che hanno visto un forte aumento in questi mesi di limitazioni negli spostamenti: il 60,3% ha sofferto di mal di schiena, il 49% di mal di testa, il 35,2% di mal di stomaco, problemi digestivi. L’Italia intanto risulta essere diventata il primo produttore farmaceutico dell’Unione Europea: dopo anni di inseguimento, ha infatti superato la Germania con una produzione di valore pari a 31,2 miliardi di euro, contro i 30 dei tedeschi. Un successo dovuto al boom dell’export, che oggi sfiora i 25 miliardi, come evidenziato da Massimo Scaccabarozzi, presidente Farmindustria, in occasione dell’assemblea che ha celebrato i 40 anni dalla fondazione. L’industria farmaceutica in Italia è leader anche per l’occupazione femminile che raggiunge quota 43% dei dipendenti rispetto al 29% del resto dell’economia. E le donne sono il 42% tra manager e quadri (arrivano al 52% sotto i 40 anni) a dimostrazione del fatto che in questo settore la parità di genere è da anni realtà..