Alopecia, c’è una nuova speranza
Una innovtaiva terapia per via orale efficace, tollerabile e accessibile anche agli adolescenti dai 12 anni in su.

Una innovtaiva terapia per via orale efficace, tollerabile e accessibile anche agli adolescenti dai 12 anni in su.
Perdere i capelli in età giovane e giovanissima, senza capire subito cosa sta succedendo, e con un trauma notevole sul’equilibrio psicofisico: è l’effetto dell’alopecia areata, una malattia autoimmune a decorso cronico e imprevedibile. Il sistema immunitario, per un errore di riconoscimento, attacca i follicoli piliferi, interrompendo il ciclo di crescita dei capelli. Nei casi più gravi, la perdita si estende anche a sopracciglia, ciglia e altri peli corporei. Tuttavia, i follicoli non vengono distrutti: se l’infiammazione viene controllata, è possibile favorire la ricrescita. Si può manifestare in diverse forme: la perdita di capelli può essere a chiazze, totale o, nei casi più gravi, interessare tutta la peluria del corpo. In Italia ne soffrono circa 120.000 persone, indipendentemente da età e genere. Di questi, circa uno su mille è affetto da una forma grave. Sebbene possa insorgere in qualsiasi momento della vita, il 70% dei casi si manifesta prima dei 30 anni. Finalmente però è stato approvato anche in Italia un nuovo farmaco per l’alopecia areata severa, farmaco che rappresenta un importante risultato della ricerca clinica internazionale. Sviluppato da Pfizer e già validato da uno studio multicentrico condotto su oltre 700 pazienti, il trattamento Litfulo — a base di ritlecitinib — offre una terapia per via orale efficace, tollerabile e accessibile anche agli adolescenti dai 12 anni in su.
Questo progresso terapeutico è particolarmente significativo e sta rivoluzionando l’approccio alla malattia: "Questa nuova molecola interrompe l’infiammazione, è facile da assumere e ben tollerata. Rappresenta un’alternativa ai corticosteroidi, che devono sempre essere dosati in base alla risposta clinica", spiega la professoressa Bianca Maria Piraccini, dermatologa dell’Università di Bologna e una delle due massime esperte italiane di alopecia insieme al professor Alfredo Rossi, associato all’Università La Sapienza di Roma. "Inoltre, grazie alla semplicità della terapia, sarà sempre meno necessario recarsi nei grandi centri di Roma o Bologna. Infatti, la terapia potrà essere prescritta anche negli ospedali ordinari, rendendo la cura più accessibile a livello regionale".
L’indicazione di ritlecitinib per il trattamento dell’alopecia areata severa è supportata dallo studio ALLEGRO, un trial clinico internazionale, multicentrico, randomizzato e in doppio cieco, che ha coinvolto 718 pazienti con una perdita di capelli sul cuoio capelluto pari o superiore al 50%. Lo studio ha confrontato l’efficacia del farmaco rispetto al placebo, valutando la capacità di favorire la ricrescita e migliorare la qualità della vita. Dopo 24 settimane, i risultati hanno mostrato che il 13% dei pazienti trattati era vicino alla remissione, con una copertura del cuoio capelluto superiore al 90%, mentre il 23% presentava una copertura superiore all’80%. Tra i pazienti nel gruppo placebo, solo l’1,6% aveva ottenuto risultati simili. Dopo 48 settimane, il tasso di pazienti vicini alla remissione è salito al 31% tra quelli trattati con il farmaco.
Anche lo studio ALLEGRO-LT, condotto a lungo termine per valutare la sicurezza e l’efficacia prolungata del trattamento, ha confermato la sostenibilità della terapia fino a 24 mesi, consolidando ritlecitinib come opzione terapeutica efficace e sicura per i pazienti con forme gravi di alopecia areata. Un passo avanti decisivo, non solo sul piano clinico, ma anche per il benessere psicologico dei pazienti, spesso vittime di forte disagio sociale e di stigmi.
"Perdere i capelli all’improvviso significa vedersi ridisegnati dalla malattia, come è accaduto a me trentatré anni fa. Purtroppo ci sono ancora fenomeni di discriminazione, nelle scuole e sul luogo di lavoro", racconta Claudia Cassia, presidente dell’associazione pazienti Alopecia & Friends. "La nostra missione è dare voce e dignità a chi, per anni, ne è stato privato". Al momento la terapia è da considerarsi continuativa a vita. Siamo ancora nelle fasi iniziali e non è possibile prevedere se potrà essere sospesa, ma la valutazione futura dipenderà da come evolverà l’assetto immunitario del follicolo pilifero. Considerata la scarsità di effetti collaterali e la loro facile gestione, il trattamento risulta comunque ben tollerabile anche nel lungo periodo.