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Medicina di genere, nella donna rischio cardiovascolare sottostimato

Convegno Arca Adamed: ridurre l’incidenza delle malattie di cuore nella popolazione femminile

20/02/2022

Un convegno sulla medicina di genere e le malattie di cuore nel sesso femminile, promosso da Arca (Associazioni regionali cardiologi ambulatoriali) ha appurato che sono ancora poche le donne che hanno consapevolezza del rischio cardiovascolare, in particolare sottovalutano il fatto che questo rischio sia maggiore nel sesso femminile rispetto al sesso maschile, e il 27% pensa che il rischio sia anzi inferiore. Le maggiori difficoltà nel prevenire le malattie di cuore sono: avere corrette abitudini alimentari (33%), praticare attività fisica regolare (28%), abbandonare il fumo (15%). Eppure, solo il 20% delle donne interpellate dichiara di riuscire a svolgere regolare attività fisica, sebbene la maggior parte riconosca che serva a ridurre il rischio di eventi cardiovascolari. Per quanto riguarda le abitudini alimentari, la maggior parte delle intervistate ha dichiarato di consumare frutta e verdura 1-2 volte al giorno invece delle 5 consigliate.

 

Sebbene la ricerca sulla fisiopatologia sesso-correlata sia aumentata negli ultimi 20 anni, le donne sono meno studiate, meno rappresentate nei principali trial clinici, sotto diagnosticate, poco trattate, con conseguente aumento di complicazioni e di mortalità. Questi aspetti sono emersi in tutta la loro importanza anche durante la pandemia da Covid-19, che ha mostrato sia durante la fase acuta dell’infezione sia nella fase cronica successiva, differenze peculiari tra uomini e donne. Ha preso le mosse da queste premesse il congresso organizzato da ARCA  (Associazioni Regionali Cardiologi Ambulatoriali) con il contributo non condizionante della farmaceutica Adamed.

 

“È ormai chiaro che uomini e donne non sono uguali in medicina. Si ammalano in modo diverso, di malattie differenti, non hanno gli stessi sintomi e rispondono in maniera dissimile alle terapie. Riconoscere e valorizzare queste differenze permette di fornire terapie più appropriate allo scopo di garantire a ogni persona la cura migliore, rafforzando il concetto di centralità del paziente e di personalizzazione delle cure” fa notare Giovanni Battista Zito, presidente di ARCA.

 

I cardiologi della società scientifica hanno quindi deciso di proporre un percorso formativo congressuale sulla medicina di genere, con l’obiettivo di rinnovarlo annualmente. Nel primo evento, che si è tenuto il 4 e 5 febbraio a Venezia, sono stati approfonditi il concetto di genere in particolare in cardiologia, le differenze anatomo-funzionali tra donna e uomo, i meccanismi atero-trombotici e gli aspetti metabolici alla base del rischio cardiovascolare nella donna, la terapia ormonale, la gravidanza e l’adattamento cardiovascolare o il trattamento in presenza di una cardiopatia.

 

In occasione dell’ultimo congresso dell’American College of Cardiology a maggio 2021, è stato presentato il documento di consenso The Lancet Women and Cardiovascular disease Commission, che pone l’obiettivo di ridurre l’incidenza delle malattie cardiovascolari nella popolazione femminile a livello globale entro il 2030, che a tutt’oggi ne rappresentano la prima causa di mortalità. Solo nel 2019 a 275 milioni di donne è stata diagnosticata una malattia cardiovascolare nel mondo, e di queste 9 milioni sono decedute per essa.