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Dieta mediterranea al top. Calorie sotto controllo

I dati del ministero: «Schema ideale contro il sovrappeso. Digiuno intermittente solo sotto controllo medico»

21/08/2022 - di Alessandro Malpelo
dieta mediterranea

Un regime alimentare basato sulla dieta mediterranea, tenendo sotto controllo le calorie ingerite, è lo schema ideale per le persone in sovrappeso. Queste le conclusioni del Tavolo tecnico per la sicurezza nutrizionale del ministero della Salute, che in un documento valuta l’opportunità del digiuno intermittente per dimagrire. Per gli esperti, gli studi a oggi disponibili sostengono che «la restrizione calorica, ottenuta attraverso varie modalità, possibilmente con il modello mediterraneo, rappresenta il migliore approccio nel sovrappeso e nell’obesità». Tale documento, tuttavia, ammette il digiuno intermittente, che consiste in periodi di pausa alternati a giorni (o momenti della giornata) nei quali mangiare più o meno liberamente.

 

«Dal punto di vista metabolico – si legge nel documento dei nutrizionisti del ministero – il digiuno intermittente sembra particolarmente promettente nel controllo della sensibilità insulinica, della dislipidemia, dell’ipertensione e dell’infiammazione». In generale, spiegano gli esperti, «mancano studi a lungo termine per misurare l’impatto delle varie forme di digiuno intermittente sulla salute. Questo ci suggerisce come sia soprattutto utile agire sullo stile di vita». Secondo i tecnici, qualsiasi modello alimentare, prescritto e condotto sotto stretto controllo del medico, deve essere il più possibile personalizzato e, soprattutto, combinato con livelli di attività fisica adeguata alle fasce di età e alle condizioni cliniche di ciascun paziente. Ciò consente di agire sui fattori coinvolti nell’incremento della massa grassa per contrastare lo sviluppo dell’obesità e delle altre malattie cronico-degenerative.

 

Meno conservanti, pochi nitrati

Ridurre l’esposizione a nitriti e nitrati nella dieta. È la raccomandazione dell’Autorità per la sicurezza alimentare francese (Anses). Si tratta di conservanti, sostanze presenti negli alimenti in natura e utilizzate come additivo dall’industria alimentare per le loro proprietà antibatteriche. Circa due terzi dell’esposizione alimentare ai nitrati deriva dal consumo di prodotti vegetali, ricorda Anses. Un quarto è associato all’acqua potabile. Meno del 4% dell’esposizione alimentare ai nitrati è dovuta al loro uso come additivi alimentari nelle carni lavorate. Per quanto riguarda i nitriti, al contrario, più della metà dell’esposizione deriva dal consumo di insaccati e salumi.

 

Lotta alle fake news

«Sul tema della nutrizione in oncologia, quello delle cosiddette diete anticancro in particolare, c’è troppa disinformazione: integratori, blog che istigano al digiuno, kit dietetici che costano centinaia di euro, tutto senza supporto di dati scientifici». Sono parole di Riccardo Caccialanza, coordinatore del Working Group Survivorship Care e Supporto Nutrizionale di Alleanza contro il Cancro. «Per porre un freno a questa pericolosa deriva lavoriamo in sinergia con le società scientifiche per promuovere una corretta informazione», ha precisato Caccialanza, ricercatore al San Matteo di Pavia. È ormai accertato che una corretta componente nutrizionale influenza l’efficacia delle terapie sia nei pazienti sottoposti a chirurgia, sia nei pazienti trattati farmacologicamente.

 

Indice glicemico

Una dieta con basso indice glicemico potrebbe aiutare a prevenire il diabete. Questo il risultato dello studio pubblicato su Nutrients, condotto da ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isa) in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli e le Università di Purdue (USA) e Chalmers (Svezia). Il gruppo di ricerca ha valutato come il profilo glicemico giornaliero di individui in sovrappeso ma senza diabete fosse influenzato dalla dieta. Un presupposto di questo studio è rappresentato dalla consapevolezza che abbassare la glicemia dopo il pasto può essere una strategia efficace per ridurre l’incidenza del diabete. Precedenti studi hanno dimostrato che le persone con diabete devono ridurre il consumo di alimenti ad alto indice glicemico, come il pane bianco, il riso, la polenta, la pizza e le patate, preferendo non solo quelli ricchi in fibre, come legumi, frutta, verdura e cereali integrali, ma anche quelli con un basso indice glicemico.

 

Restrizioni caloriche

Pier Giuseppe Pelicci direttore della ricerca IEO e programma Smartfood, ha parlato recentemente del binomio cibi e salute, ospite di Medicina33, rubrica del Tg2 Rai. L’illustre studioso, intervistato da Laura Berti, ha citato tra l’altro il forum mondiale di esperti nutrizionisti che ogni dieci anni revisiona gli studi per validare volta per volta le nuove acquisizioni. Oggi sappiamo che è bene limitare alcol, carni rosse, insaccati, sale, favorire il consumo di vegetali e frutta, mantenere un peso ideale, facendo esercizio. Più che cibi protettivi, esistono sostanze naturali che interagiscono sui geni. Oltre ai cibi conta la modalità di assunzione dei nutrienti, è ormai di dominio pubblico il concetto che la restrizione calorica contribuisce a limitare l’impatto delle malattie dell’invecchiamento. Ci sono tanti tipi di digiuno, ad esempio circoscrivere in un arco di otto ore il periodo in cui si mangia, digiunare a giorni alterni, due digiuni alla settimana e via dicendo. Esistono vari studi promettenti su queste attitudini alimentari, ma al momento nessuna vera e propria raccomandazione. Sconsigliato assolutamente digiunare da soli, come pratica fai da te: è bene sempre farsi seguire dal medico.