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Mangiare lentamente, sana abitudine

La lentezza a tavola dimezza il rischio colesterolo. Studio dell'Università Federico II

22/12/2021

Mangiare in fretta raddoppia il rischio colesterolo, pranzare e cenare restando seduti a tavola almeno 20 minuti contribuisce a tenere  sotto controllo il peso e il metabolismo. Lo dimostra una ricerca dell’Università Federico II di Napoli: le ore trascorse a tavola  possono essere alleate della nostra salute. Una sana abitudine alla lentezza è una regola che vale tutto l’anno.

 

Senza esagerare con le porzioni, masticando pian piano assaporando ogni boccone, si riduce infatti il rischio colesterolo alto, come dimostra uno studio in corso di pubblicazione sul Journal of Translational Medicine coordinato da Annamaria Colao, presidente della Società Italiana di Endocrinologia. Lo studio  è stato condotto da Giovanna Muscogiuri, ricercatrice in endocrinologia, insieme a Luigi Barrea, professore di Scienze e tecniche dietetiche applicate, e con un team del Centro italiano per la cura e il benessere dei pazienti con obesità, sempre dell’Università Federico II di Napoli.

 

“Il colesterolo – spiega la professoressa Annamaria Colao – è un fattore di rischio noto per malattie cardiovascolari come infarto e ictus, ma non è il solo elemento metabolico che peggiora con un pasto frettoloso. Studi precedenti a questo hanno mostrato che mangiare troppo rapidamente si associa a un aumento del consumo di cibo, anche il nostro lavoro lo conferma, aggiungendo che chi esaurisce in pochi minuti le portate consuma più spesso un pasto completo con primo, secondo, contorno e frutta”.

 

Inoltre tra i cibi che possono essere ingeriti più velocemente ci sono quelli ultra-processati (come alcuni insaccati), risulta così più difficoltoso il controllo dell’introito calorico. Il risultato è un maggior rischio non solo di colesterolo alto, ma anche di sovrappeso e obesità. “L’obesità si sconfigge a tavola – sottolinea ancora la professoressa Colao – concedendoci il tempo di acquisire  consapevolezza di quello che stiamo mangiando. I tempi che stiamo vivendo ci spingono alla frenesia, una condizione esistenziale capace di travolgere anche uno dei momenti fondamentali della vita quotidiana, l’alimentazione”.