La mammografia si conferma lo strumento fondamentale per riconoscere precocemente il tumore al seno
Il mondo del volontariato si sta facendo carico delle richieste pervenute da più parti, tese a sollecitare una modernizzazione dei programmi di screening mammografico organizzato, a partire dall’invito a presentarsi all’esame, fino alla gestione dei risultati con strumenti digitali, nel rispetto della privacy.
L’esperienza maturata nel corso delle convocazioni per la campagna vaccinale Covid-19 ha evidenziato l’esigenza di dare ai controlli una uniformità di approccio su tutto il territorio nazionale, anche al fine di ottenere un tasso più elevato di adesione. I dati evidenziano infatti che quasi la metà delle donne candidabili tra i 50 e i 69 anni manca all’appello. La copertura deve dunque essere incrementata, di pari passo con l’estensione degli screening alla più ampia fascia di età prevista ai fini della prevenzione. Prenotare, disdire o riprogrammare l’esame deve diventare all’occorrenza una procedura facile da eseguire, per tutte.
«Da queste riflessioni nasce l’esigenza di stimolare l’attenzione dell’opinione pubblica e porre le basi per un dialogo costruttivo, l’obiettivo è di condividere con le Istituzioni le richieste delle donne, per iniziare un percorso di miglioramento, dichiara Rosanna D’Antona, presidente Europa Donna Italia. La lettera d’invito che arriva ancora in formato cartaceo via posta, un numero per le informazioni con disponibilità limitata, la richiesta via telefono a presentarsi per un secondo esame, senza possibilità di chiedere delucidazioni: sono alcune delle incongruenze lamentate in questi anni. Per parlarne, Europa Donna Italia ha organizzato a Roma una tavola rotonda moderata da Giulia Gioda, presidente di Motore Sanità, con il patrocinio delle Società scientifiche GISMA (Gruppo Italiano Screening Mammografico), SIRM (Società Italiana di Radiologia Medica), AITeRS (Associazione Italiana Tecnici di Radiologia Senologica) e ONS (Osservatorio Nazionale Screening), con il supporto incondizionato di Bayer. Da anni si cerca di trovare il modo di offrire un percorso personalizzato che conduca allo screening mammografico un maggior numero di donne, e che sia moderno, flessibile, meno dispersivo di quello attuale.
Le donne chiedono una modernizzazione globale della procedura di presa in carico, umanizzazione dei rapporti anche a livello amministrativo, meno burocrazia, più empatia. Lo screening mammografico deve avere uno standard di qualità uniforme su tutto il territorio nazionale, e risultare accessibile, facilmente alla portata di tutte le donne. “Dopo il Covid il programma del Servizio sanitario nazionale va rafforzato e migliorato con l’obiettivo di incrementare la prevenzione e la diagnosi precoce. E, da questo punto di vista, un aiuto importante può arrivare anche dal fascicolo sanitario elettronico, che deve riunire tutto, anche i referti delle singole visite di controllo”. Così Annamaria Parente, presidente della commissione Sanità del Senato, intervenuta al convegno.
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La mammografia si conferma lo strumento fondamentale per riconoscere precocemente il tumore al seno, c’è però ancora tanto da fare per quanto riguarda le modalità di convocazione, comunicazione, informazione, raccolta elaborazione dati e le istituzioni sono chiamate a dare un contributo importante nella riorganizzazione razionale dei programmi. Europa Donna è un’Associazione di promozione sociale nata nel 1994 a Milano da un’idea di Umberto Veronesi e per iniziativa della European School of Oncology.
L’istituzione delle breast unit, con le straordinarie opportunità di guarigione offerte dalla chirurgia mammaria e dall’oncologia moderna, rende ancora più impellente l’esigenza di riorganizzare razionalmente la prevenzione in senologia. L’accesso al percorso multidisciplinare del Centro di senologia può avvenire da screening, come dalla clinica, dal consultorio, dallo specialista, dal medico di famiglia. La donna non deve più farsi in quattro, come avveniva in passato: tutto il percorso viene a ruotare attorno a lei. Prevenzione e screening, approfondimento diagnostico, terapia, follow up e riabilitazione sono i passaggi chiave nella breast unit. In questo modo, nelle pazienti cui viene diagnosticata una neoplasia, un carcinoma mammario, l’assistenza ruota veramente intorno alla paziente, e questo approccio integrato, dati alla mano, offre le maggiori probabilità di guarigione.
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