Le associazioni chiedono che il documento approvato alla Camera sia reso operativo
Tradurre in atti concreti, quanto prima, la mozione unitaria sulle patologie reumatologiche approvata dal Governo a inizio marzo. La richiesta unitaria delle associazioni pazienti e della SIR (Società italiana reumatologia) è chiara: passare al più presto ai fatti. Attualmente le malattie reumatologiche colpiscono oltre 5 milioni di persone e sono la causa del 27% delle pensioni di invalidità e di oltre 23 milioni di giornate lavorative perse all’anno. Una platea importante che necessita adeguamenti nella cura di una patologia cronica.
La mozione affronta i molteplici aspetti che impattano maggiormente sulla vita dei pazienti e può garantire il miglioramento della presa in carico, nonché l’innovazione della ricerca e della formazione, rendendo più efficaci i servizi sanitari e sociali e l’inserimento e la permanenza nell’ambiente lavorativo.
Come emerso dalla prima Indagine Nazionale dell’Osservatorio APMARR-EngagemindsHUB, lo scorso anno una persona con patologia reumatologica su due non è mai riuscita a usufruire dei servizi di assistenza e cura sul territorio, sette persone su dieci non sono mai state contattate dal MMG e dallo specialista per poter fare una visita di controllo e quattro persone su dieci denunciano i lunghi tempi di attesa per poter essere visitate da uno specialista. Le visite a domicilio sono risultate impossibili per il 70% dei malati reumatologici e nel 43% dei casi, per loro, non è stato possibile scegliere da quale specialista farsi visitare. Queste le ragioni per cui le associazioni spingono per la messa in atto di interventi radicali.
L’Esecutivo come intende muoversi – nel concreto – per migliorare l’assistenza dei pazienti? Si intende garantire l’implementazione di ricerca scientifica, telemedicina e nuove tecnologie; ma anche fornire linee di indirizzo nazionali per prevenzione-diagnosi precoce-assistenza e uso del fascicolo sanitario elettronico. Altri punti sono: stabilire specifici indicatori di performance, istituire un tavolo specifico presso il Ministero della Salute, migliorare la formazione continua dei medici di famiglia, garantire l’appropriatezza terapeutica e la continuità di cura e favorire un maggiore coinvolgimento a livello regionale delle associazioni di pazienti. Infine è stata stabilita l’importanza di adottare linee guida e protocolli specifici per tutelare le esigenze di salute dei lavoratori con malattie croniche-reumatologiche e di un maggiore coinvolgimento dei farmacisti nell’ambito dello sviluppo e del potenziamento di una rete assistenziale.
Antonella Celano, Presidente APMARR – Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare – ha chiarito: “Finora le patologie reumatologiche sono sempre state poco riconosciute a livello istituzionale e sociale, nonostante attualmente ne sia affetto circa il 10% della popolazione italiana. Auspichiamo che i contenuti della mozione si traducano in breve tempo in atti concreti: solo così si potranno apportare realmente benefici a tutte le persone con malattie reumatologiche”.