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L’ormone maschile che predice il futuro del nostro corpo

Un’importante scoperta rivela l’esistenza di un ormone che mantiene sempre lo stesso livello nel corso della vita e ci dice quali malattie svilupperemo

09/11/2022
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Nel nostro corpo abbiamo un ormone in grado di prevedere il nostro futuro, dal punto di vista della salute. Gli scienziati dell’Università di Nottingham hanno scoperto il ruolo fondamentale di un ormone, chiamato INSL3, che si sviluppa negli uomini durante la pubertà ed è utile nel fornire una previsione precoce della possibilità di sviluppare determinate malattie in età avanzata.

 

L’ormone che prevede il futuro degli uomini

I ricercatori inglesi, nel paper pubblicato su Frontiers in Endocrinology, raccontano di avere idividuato il nuovo ormone peptide insulino-simile come biomarcatore precoce per la previsione di malattie legate all’età.

Si tratta di un ormone prodotto dalle stesse cellule dei testicoli che producono il testosterone, ma a differenza di quest’ultimo, che fluttua nel corso della vita, l’INSL3 rimane costante durante la nostra esistenza fin dalla pubertà, e diminuisce solo leggermente in età avanzata. Diventa di fatto il primo biomarcatore predittivo chiaro e affidabile della morbilità legata all’età.
Questo perché il livello di INSL3 nel sangue è correlato a una serie di malattie legate all’età, come debolezza ossea, disfunzioni sessuali, diabete e malattie cardiovascolari.

 

I livelli dell’ormone non cambiano

Il team ha analizzato i campioni di sangue di 3.000 uomini provenienti da varie zone d’Europa, a distanza di quattro anni. I risultati hanno mostrato che, a differenza del testosterone, l’INSL3 rimane a livelli costanti negli individui.

La natura costante di questo ormone è la chiave per prevedere le malattie, e si tratta di una scoperta importante: significa che un uomo con INSL3 alto da giovane continuerà ad averlo anche da anziano e uno con INSL3 basso già in giovane età, avrà un livello basso anche in età avanzata, con una maggiore probabilità di contrarre le tipiche malattie legate all’età. Lo studio porta a nuove interessanti possibilità di prevedere le malattie legate all’età e di trovare modi per prevenirle con un intervento precoce.

 

Scoprire prima le malattie

Il professor Ravinder Anand-Ivell, uno degli autori dello studio, spiega: “Il santo graal della ricerca sull’invecchiamento è ridurre il divario di forma fisica che si manifesta con l’invecchiamento. Capire perché alcune persone hanno maggiori probabilità di sviluppare disabilità e malattie con l’avanzare dell’età è di vitale importanza, in modo da poter trovare interventi che garantiscano alle persone non solo una vita lunga, ma anche una vita sana durante l’invecchiamento. La nostra scoperta dell’ormone è un passo importante nella comprensione di questo aspetto e aprirà la strada non solo per aiutare le persone individualmente, ma anche per contribuire ad alleviare la crisi dell’assistenza che dobbiamo affrontare come società”.

Il professor Richard Ivell, altro autore del paper, aggiunge: “Ora che conosciamo l’importante ruolo di questo ormone nel predire le malattie e la sua variabilità tra gli uomini, stiamo cercando di capire quali sono i fattori che influenzano maggiormente il livello di INSL3 nel sangue. I lavori preliminari suggeriscono che l’alimentazione nelle prime fasi della vita può svolgere un ruolo, ma molti altri fattori, come la genetica o l’esposizione ad alcuni interferenti endocrini ambientali, possono avere un ruolo.”