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Longevità, come umanizzare le residenze per anziani

Le proposte per innalzare gli standard delle RSA. Riorganizzare i servizi domiciliari

08/04/2022

Oggi si vive di più, ma possiamo fare in modo di vivere anche meglio. La pandemia da Covid-19 ha insegnato che il modello operativo delle RSA (residenze sanitarie assistenziali, case di riposo per anziani) va aggiornato. Esistono molte strutture nuove di zecca organizzate con criteri ospedalieri, tante altre sono obsolete, distanti dagli standard desiderabili di igiene e accoglienza. Questa considerazione apre a due riflessioni inerenti la geriatria: da un lato le residenze sanitarie dovranno clinicizzarsi, offrire a chi ha perso autonomia uno standard comparabile con la lungodegenza. Altro traguardo ambizioso consiste nel promuovere l’umanizzazione del rapporto col malato, al fine di rendere più serena la permanenza degli ospiti, tenendo anche conto del fattore ingravescente legato alla longevità. Si è parlato di questo nel corso di una tavola rotonda promossa a Roma, in sala Zuccari a Palazzo Giustiniani, sede della presidenza del Senato della Repubblica.

 

Raccordo ospedale territorio

“La cultura della prevenzione, presupposto indispensabile per invecchiare bene in salute, è distribuita a macchia di leopardo nel nostro Paese”, ha sottolineato nel corso dei lavori Giulia Gioda, direttore Mondosanità. “Possiamo contribuire al benessere in questa fascia dì’età anche facendo leva sulla collettività con iniziative a carattere educativo. Grazie all’ Associazione per la Prevenzione e la Cura dei Tumori (odv) il tour del nostro ambulatorio mobile in Piemonte, partito il 21 febbraio, ha offerto la possibilità ai cittadini di sottoporsi gratuitamente a visite di controllo: fino a oggi ne abbiamo effettuate oltre 300. Intendiamo estendere l’iniziativa su tutto il territorio nazionale”.

 

Unità mobili

Il progetto di unità mobili ha riscosso apprezzamenti, a partire da Tommaso Trenti, presidente della Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica, che ha così commentato: “L’informazione di laboratorio, ottenuta in prossimità del paziente, può essere lo strumento operativo per dare concretezza alle attività clinico-diagnostiche da eseguirsi nelle RSA”.

 

Telemedicina

“Oggi gli anziani, soprattutto i non autosufficienti, sono spesso abbandonati al loro destino: il sistema domiciliare funziona a singhiozzo, anche la pandemia ha dimostrato che il sistema delle RSA va rinnovato”, ha sottolineato Michele Vietti, presidente ACOP, Associazione Coordinamento Ospedalità Privata. “Con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) possiamo e ripensare la rete territoriale con un nuovo modello che potenzi telemedicina e assistenza domiciliare. La sanità privata sarà a fianco di quella pubblica per promuovere un sistema all’avanguardia”.

 

Videointervista:

 

Testimonianze

Al convegno, organizzato su iniziativa della senatrice Annamaria Parente, hanno portato le loro testimonianze, tra gli altri, la conduttrice televisiva Maria Teresa Ruta, il vescovo di Pinerolo, Derio Olivero, che è presidente di una RSA e ha vissuto sulla sua pelle l’esperienza Covid, Paolo Spolaore, medico vicepresidente Confindustria Piemonte con delega alle RSA e presidente AIOP Toscana (Associazione Italiana Ospedalità Privata), Alban Vercellotti Mesi, direttore operativo di una casa di riposo, e Davide Sordella, presidente dell’omonima fondazione. Altre  testimonianze sono state raccolte nel libro “Il cuore oltre l’ostacolo – Storie di una guerra invisibile”, di Laura Avalle, presentato sempre in occasione della tavola rotonda.