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Long-Covid, come tornare a percepire odori e profumi

I casi di anosmia, ovvero perdita dell'olfatto, sono stati studiati per capire quali vie nervose vengono danneggiate dal coronavirus

31/01/2023

Long-Covid, migliaia di persone nel mondo, una volta superata la fase acuta dell’infezione, hanno sofferto per aver perso la capacità di percepire odori e profumi, e hanno cercato di capire cosa fare per recuperare questa funzione insostituibile. Dopo mesi, il più delle volte, le capacità sensoriali vengono totalmente recuperate, altre volte si rende necessaria una apposita rieducazione.

 

Complicanze

Un passo avanti verso la comprensione del tipo di danno inferto ai recettori è venuto identificando, nei pazienti con perdita o diminuzione dell’olfatto, i fattori molecolari potenzialmente implicati nel disturbo. È il risultato di uno studio italiano, cui hanno preso parte Roberta Lattanzi, Daniela Maftei, Martina Vincenzi del Dipartimento di Fisiologia e di Farmacologia dell’Università di Roma, La Sapienza, pubblicato sulla rivista Brain, Behavior and Immunity. Lo studio è stato portato avanti in collaborazione con il CNR da Cinzia Severini, e con l’Università di Roma Tor Vergata da Nicola Biagio Mercuri, Francesco Maria Passali e Tommaso Schirinzi. La disfunzione dei nervi olfattivi, nota anche come anosmia o iposmia, ovvero l’incapacità a distinguere odori e profumi, è uno degli effetti a lungo termine dell’infezione da virus Sars-Cov2.

 

Reazioni infiammatorie

Gli esperti hanno individuato nuove vie molecolari coinvolte in questa manifestazione patologica. In particolare, attraverso l’analisi dei neuroni olfattori di pazienti con deficit sensoriale documentato da almeno 6 mesi, i ricercatori hanno dimostrato un aumento nell’attività di due vie infiammatorie strettamente legate all’olfatto, regolate dalla sostanza P (SP) e dalla prochineticina-2 (PK2). Questo incremento, in correlazione con i test olfattivi, indica l’importanza di tali vie nelle alterazioni a lungo termine della sindrome post-Covid. Per scoprirlo sono stati confrontati i neuroni ottenuti attraverso il nasal brush, lo spazzolamento della mucosa contenente le terminazioni nervose, una tecnica mininvasiva che permette di prelevare e poi analizzare cellule nervose di soggetti sani confrontandoli con quelli che avevano perduto la specializzazione come cellule olfattive.

 

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