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L’emicrania è donna, ora si può spegnere con un bracciale

I terribili mal di testa colpiscono in prevalenza il sesso femminile, scoraggiando molte gravidanze: una possibile soluzione non farmacologica

14/03/2023
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L’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha inquadrata come la seconda patologia più disabilitante per il genere umano e la terza più frequente: parliamo dell’emicrania. Si stima che in Italia almeno 8 milioni di persone ne soffrano, in maniera episodica oppure ricorrente; colpisce in prevalenza il sesso femminile (3 donne per ogni uomo) soprattutto durante l’età riproduttiva. Le fluttuazioni ormonali legate alle mestruazioni rappresentano spesso il fattore predisponente o scatenante di terribili mal di testa, talmente dolorosi che, non di rado, la platea femminile arriva addirittura a rinunciare a una gravidanza nel timore di non poter ricorrere a soluzioni farmacologiche che allevino i dolori durante la gestazione.

 

Sono proprio le donne, dunque, coloro che potrebbero trarre maggior giovamento dal “braccialetto” che invia stimoli che spengono il dolore – recentemente approvato dalla Fda – capace di prevenire attacchi e ridurre il ricorso ai farmaci.

 

Coordinato da Andrew Blumenfeld, direttore del Headache Center of Southern California, lo studio è stato appena pubblicato sul journal of headache e si concentra sul dispositivo indossabile che manda stimoli elettrici indolori in grado di attivare dei meccanismi analgesici endogeni. Ad autorizzarne l’utilizzo sopra i 12 anni la Food and Drug Administration (FDA). Alla base vi è un meccanismo che funziona bloccando le vie di segnalazione del dolore endogene attraverso i nervi periferici: non ha causato effetti collaterali. Potrebbe, dunque, rappresentare un’alternativa non farmacologica al trattamento dell’emicrania, soprattutto per le donne, anche in stato di gravidanza. “Fino al 20 per cento circa delle donne con emicrania tende ad evitare la gravidanza per il timore di non poter trattare gli attacchi, per la paura di un peggioramento del dolore o per il timore che i farmaci per l’attacco o la prevenzione possano influire sullo sviluppo del feto – spiega Antonio Russo, Professore Associato di Neurologia presso l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e responsabile del Centro Regionale di Riferimento delle Cefalee e delle Algie Facciali  –  Inoltre, fino a circa il 25% delle donne riferisce un peggioramento dell’emicrania già durante la gestazione. Purtroppo al momento non abbiamo dati che ci permettono di usare con assoluta serenità i farmaci preventivi per l’emicrania, sia di vecchia che di nuova generazione. In tali casi un approccio preventivo non farmacologico (evitare fattori scatenanti o aggravanti, assicurare un’alimentazione adeguata e un numero di ore di sonno sufficiente, fare esercizio fisico e di rilassamento) dovrebbe essere sempre considerato di prima scelta”.

 

Oltre il 50% delle pazienti riferisce una maggiore evenienza di attacchi di emicrania durante la finestra perimestruale, cioè nei giorni immediatamente prima o dopo il primo giorno del ciclo. Generalmente l’emicrania mostra frequentemente un miglioramento nel corso della gravidanza, in particolare dopo il primo trimestre, per poi ritornare all’incirca un mese dopo il parto. “Fornire un trattamento antiemicrania adeguato nelle donne in gravidanza è imperativo, anche se la scelta della strategia adeguata non è sempre semplice e può  frequentemente rappresentare una sfida. Fortunatamente per tali pazienti è possibile adottare strategie preventive non farmacologiche come i device – spiega Russo – Questi permettono, attraverso la stimolazione dei rami periferici del nervo trigeminale, la modulazione dei meccanismi centrali che generano l’emicrania con risultati dimostrati in studi in cui la neurostimolazione trigeminale esterna, confrontata con stimolazioni placebo, ha mostrato profili di efficacia, tollerabilità  e sicurezza molto significativi.”

 

Sapere che esistono anche questi strumenti è fondamentale per tutte le donne che rischiano di dover rinunciare al proprio sogno di maternità.