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Le proteine ’giuste’ sono essenziali per combattere la sarcopenia

In età avanzata fornire all’organismo il fabbisogno proteico minimo riduce del 40% la perdita di massa muscolare

20/11/2023 - di Gloria Ciabattoni

La sarcopenia è un processo multifattoriale associato a diversi fattori di rischio (ad esempio, citochine infiammatorie, bilancio proteico netto negativo, vita sedentaria e carenza di vitamina D): l’alimentazione gioca un ruolo importante, infatti è stato ampiamente stabilito che negli anziani, i quali presentano una minore sintesi proteica muscolare, un apporto di proteine alimentari insufficiente è associato alla perdita di massa muscolare. Studi recenti suggeriscono che in età avanzata il fabbisogno proteico utile al sostentamento di massa e funzionalità muscolare sia di 1,0-1,3 g/kg/giorno: queste quantità hanno mostrato di ridurre del 40 per cento la perdita di massa muscolare.

 

Oltre che sulla quantità minima di apporto proteico necessaria per ottimizzare la sintesi proteica muscolare negli anziani, nel corso degli ultimi dieci anni l’attenzione si è focalizzata anche sulla qualità delle proteine ingerite e sugli aminoacidi di cui sono composte. In tal senso, l’integrazione con aminoacidi essenziali ramificati, inclusa la leucina (ben nota per il suo effetto anabolico), ha mostrato risultati promettenti nel trattamento della sarcopenia. È stato dimostrato infatti che, nel muscolo scheletrico, la leucina modifica il turnover proteico, diminuisce la proteolisi, aumenta la sintesi proteica e migliora l’assorbimento e il metabolismo del glucosio muscolare. Anche gli acidi grassi omega-3 si sono rivelati efficaci nel supportare le prestazioni muscolari: esistono prove che dimostrano il loro effetto anabolico sui muscoli, indipendente dalle note proprietà antinfiammatorie.

 

Ed è stato riportato quanto un’inadeguata assunzione di proteine e quindi aminoacidi, omega-3 e vitamina D, sia la causa e anche la conseguenza di sarcopenia e fragilità. Inoltre, l’invecchiamento ha un’influenza sul microbiota intestinale, portando a disbiosi, con alterazione della diversità microbica e dei batteri predominanti, e diminuzione dei metaboliti batterici benefici.

 

I micronutrienti e i metaboliti derivati dal microbiota intestinale possono raggiungere e agire sui muscoli – per questo è ormai consolidato il concetto di «asse intestino-muscolo« (gut-muscle hypothesis) – e studi recenti hanno mostrato una correlazione tra la composizione e la variabilità del microbiota intestinale e le prestazioni fisiche nella popolazione anziana. Un ruolo molto importante lo rivestono i probiotici, in grado di modificare il microbiota intestinale, il quale esercita appunto un’influenza sul metabolismo del muscolo: tra molti, anche il Lactobacillus Paracasei PS23 ha mostrato di rallentare la perdita di massa muscolare e migliorare la forza.