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La rivincita dell’olfatto, un ruolo sorprendente su corpo e mente

Le molestie olfattive sono una problematica complessa, anche in considerazione della soggettività percettiva personale

28/04/2022 - di Valeria Panzeri

Gli odori hanno un grandissimo potere su di noi: se quelli processati come piacevoli possono addirittura migliorare il nostro stato di benessere psicofisico – ma anche influenzare molto più di quanto consciamente pensiamo i nostri meccanismi di attrazione verso gli altri – al contrario quelli sgradevoli possono arrivare a inficiare il nostro stato di salute.

 

Il ruolo dell’olfatto è ancora molto sottovalutato nel quadro generale legato alla salubrità di mente e corpo ma, nell’ultimo periodo, il tema sta venendo alla ribalta. Ad aggiungere un tassello importante alla narrazione scientifica olfattiva è il recente volume  “Molestie olfattive – Studi, metodi e strumenti per il controllo”, edito da ETS, che si inscrive nel Progetto Cisas (Centro internazionale di studi avanzati su ambiente, ecosistema e salute umana) per affrontare una problematica complessa nel contesto ambiente-salute. Il libro, che porta la firma di numerosi esperti a livello nazionale (molti afferenti al Cnr) offre una panoramica della problematiche legate ai “cattivi odori”.

 

Il lezzo dell’aria è ormai ampiamente riconosciuto come parametro ambientale essenziale nel determinare la qualità della vita. Interessante notare come, sebbene non tutte le maleodoranze siano collegabili a rischi tossicologici, la bassa accettazione della molestia olfattiva, che incide negativamente sulla qualità della vita delle persone interessate, è infatti compatibile con la definizione di “danno alla salute” rilasciata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

 

“Le molestie olfattive sono una problematica complessa, data la varietà di sorgenti che immettono in atmosfera e nell’acqua sostanze odorigene e nocive per l’uomo e l’ambiente”, commenta la Presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza. “Nonostante i notevoli sforzi della legislazione e l’impegno nazionale ed internazionale in questa difficile tematica, rimangono ancora da adottare specifiche regole che, ad esempio, fissino i valori limite delle concentrazioni orarie di alcuni importanti composti odorigeni, quali gli idrocarburi non metanici, l’idrogeno solforato e il benzene, quest’ultimo annoverato come importante composto cancerogeno secondo lo IARC, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro”.

 

La soggettività nella percezione odorosa

Vi è, però, un altro punto imprescindibile da tenere presente, ovvero la soggettiva percezione. Non soltanto alcune persone trovano insopportabile un odore che, per altre, è attrattivo – si pensi per esempio a quello della benzina – ma anche al diverso grado di ricezione sensoriale, che può essere più o meno marcata a seconda degli individui. Condizioni che rendono complicato anche stabilire standard validi universalmente per il controllo delle sgradite emissioni.

 

“Lo studio e la previsione della dispersione in atmosfera di composti odorigeni sono complicati dalle caratteristiche soggettive, fisiologiche e psicologiche, del sensore recettore, ovvero l’individuo”, confermano Silvia Trini Castelli e Tony Christian Landi, Cnr-Isac e Gianni Tinarelli di Arianet.

 

Come illustrato da alcuni ricercatori della Columbia University, infatti, ciò che noi percepiamo come odore è il prodotto di una combinazione di tanti differenti tipi di molecole. Ognuna di queste viene raccolta da un neurone specializzato che invia un segnale al cervello, precisamente al bulbo olfattivo, che si attiverà per “interpretare” ciò che il naso ha sentito. Ad entrare in gioco, a questo punto, sono tanti fattori personali e biologici, fra cui anche la nostra memoria e il modo in cui abbiamo imparato a codificare inconsciamente gli stimoli nelle varie esperienze di vita. Tenendo conto che il 30% dei recettori olfattivi umani differisce tra un individuo e l’altro il mistero è ben lungi dall’essere svelato.

Citizen scienze

Ciononostante il coinvolgimento della popolazione su tematiche ambientali, noto come Citizen science, nel monitoraggio degli odori è oggigiorno incentivato e favorito dall’uso della tecnologia digitale con lo sviluppo di App per smartphone che hanno reso più semplice, per esempio, per i cittadini segnalare i miasmi avvertiti sul territorio, rendendo più fruibili e immediate le informazioni raccolte ad uso delle Agenzie ambientali del territorio.

 

E c’è da scommettere che l’argomento, complice la sensibilizzazione crescente, nel futuro prossimo sarà oggetto di dibattito sempre più diffuso.