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La ginnastica salva dalla scoliosi

L’ortopedico Marco Pecchiol: «Usiamo parallele, assi di equilibrio, sbarra, fune, trapezio per educare i muscoli»

16/04/2023 - di Manuela Plastina

«Ai nostri ragazzi va insegnata la ginnastica, quella basata su movimenti naturali, che permette di vivere meglio». Il dottor Marco Pecchioli (nella foto), medico ortopedico, ha fatto dell’educazione fisica la sua missione di vita. Per anni docente all’Isef, dove si formavano gli esperti e insegnanti di questa materia, proprio coi suoi allievi nel 1988 ha fondato a Firenze l’istituto Duchenne, scuola nazionale di educazione fisica e centro nazionale di ginnastica per la scoliosi, i paramorfismi giovanili e la prevenzione dei dolori articolari.

 

 

La scoliosi, spiega, è una deformità che colpisce dall’infanzia e peggiora con la crescita, se non opportunamente seguita. Ha un’incidenza costante negli anni, soprattutto tra le bimbe, «ma stanno aumentando gli atteggiamenti scoliotici, ossia quelle posture sbagliate che, nella crescita, portano la colonna vertebrale a prendere una piega, pur non rientrando nelle situazioni patologiche». La vera scoliosi invece va ‘fermata’ a partire da un busto fatto bene, che però da solo, dice il dottor Pecchioli, non basta: «Tende a indebolire la muscolatura se non abbinato a una ginnastica correttiva.

 

E più si va avanti, peggio sarà fino al gesso e all’intervento chirurgico, che è invalidante. Con esercizi selezionati, possiamo mantenere la muscolatura e aiutare nella crescita questi ragazzi». Nella palestra Duchenne ci sono gli attrezzi di «una volta»: pertiche, parallele, assi di equilibrio, sbarra, fune, trapezio. Nessuna macchina, nessun potenziamento muscolare esagerato. «Usiamo le tecniche naturali, quelle che facevamo a scuola da bambini» dice l’ortopedico, ma che ora tendono a essere dimenticate «a favore di pesi, macchinari, potenziamento muscolare puro senza educare il cervello del quale, ricordiamo, i muscoli sono i servi. Non bisogna dimenticarsi l’importanza di quei movimenti a cui l’uomo è stato abituato nel momento in cui ha acquistato la stazione eretta e che con l’evolversi del mondo industrializzato ha gradualmente perso per arrivare ad una vita prevalentemente sedentaria».

 

Un’attenzione, sottolinea, che va prestata fin da molto piccoli: «Sport agonistici, con l’obiettivo della medaglia o della coppa che può portare a esagerare, in giovanissima età rischiano di ‘sciogliere’, scardinare la colonna portante di vertebre che devono muoversi in maniera armonica e che rischiano di crollare con la crescita, in particolare nell’età delle scoliosi adolescenziali. Un eccesso di stretching, può accentuare la patologia. Sul «vincere la gara» deve prevalere il concetto di avere una buona efficienza fisica». Stesso vale per gli anziani: «Corretti movimenti naturali, a partire dalle passeggiate fino agli esercizi di ginnastica adatti a loro, portano al benessere e all’indipendenza nella quotidianità». A fronte di tanti pazienti che arrivano a Firenze per curare le scoliosi anche con la ginnastica, mancano però sufficienti esperti in questa materia: «Abbiamo bisogno di un esercito di professionisti dell’educazione fisica, ai quali poter affidare i nostri pazienti vicino alle loro zone di residenza».