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La gastrite si combatte a tavola

Possono esserci cause nervose o una predisposizione individuale, l’alimentazione resta un fattore chiave

18/12/2022 - di Roberto Baldi

Dieci volte al giorno devi ridere ed essere sereno: altrimenti di notte lo stomaco, questo padre dell’afflizione ti disturberà. Lo scriveva Friedrich Nietzsche, filosofo tedesco, di una popolazione che al sorriso non è particolarmente incline, ma che ben conosceva i rapporti fra psiche e apparato gastroenterico attraverso il corteo delle cosiddette malattie psicosomatiche ovvero quelle che attraverso emozioni ed ansie instaurano una sorta di circuito fra i due organismi.

 

Un esempio che gli studi proponevano per reclamizzare un prodotto ansiolitico era proprio quella di due scimmie a cui venivano trasferiti impulsi elettrici che una delle due doveva interrompere. La scimmia cosiddetta “dirigente” sviluppava un grado di acidità gastrica maggiore rispetto a quella inerte, a dimostrazione che il ruolo di maggiore responsabilità e di agitazione era collegato a gastriti psicosomatiche, che il sottoscritto fu incaricato di illustrare attraverso una pubblicazione denominata “Dall’emozione alla lesione” dove si evidenziava il ruolo positivo di una benzodiazepina nell’interrompere questo cortocircuito.

 

Non è solo l’emozione ad alimentare patologie gastriche ricorrenti quali gastrite, reflusso, cattiva digestione, meteorismo. C’è in gioco anche l’helicobacter pylori, c’è l’alimentazione scorretta, c’è la predisposizione individuale. I bambini in particolare, si usa dire paradossalmente, hanno due stomaci: uno piccolissimo per il cibo e uno senza fondo per le schifezze.

 

In caso di sintomatologia lieve, spesso è sufficiente l’assunzione di antiacidi che neutralizzano quelli prodotti e rilasciati nello stomaco. Gli antiacidi includono l’idrossido di alluminio (che può causare stipsi), l’idrossido di magnesio (che può causare diarrea) e il carbonato di calcio. Gli accorgimenti di natura alimentare consistono nel masticare bene il cibo; molti suggeriscono più pasti con piccole porzioni e in modo frequente ma la ricerca ha dimostrato che questa tattica promuove alti livelli di acidità di stomaco.

 

Meglio pasti più consistenti e regolari per tenere sotto controllo l’acido prodotto dallo stomaco e ridurre l’irritazione; anticipare la cena assicurandosi che siano trascorse almeno tre ore prima di coricarsi; evitare insaccati, cibi in scatola, bevande gassate o troppo fredde, caffè, alcolici fumo e farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) che in caso di necessità assoluta andranno assunti a stomaco pieno.

 

C’è chi si inoltra a prevedere un vero e proprio piano alimentare di un mese circa in caso di infiammazione cronicizzata, ma ci si deve rifare anzitutto alla gradevolezza dei cibi, ferme restando alcune esclusioni di cui sopra ed altre che aggiungiamo per i soggetti che soffrono di meteorismo gastroenterico, legato alla formazione di gas in eccesso con conseguente sensazione di gonfiore, tensione addominale e pienezza, che si riducono quando l’aria viene riassorbita attraverso l’epitelio intestinale verso il sangue, oppure espulsa, attenuando la pressione sulle pareti del tubo digerente.

 

Tra i principali alimenti che notoriamente promuovono il processo di fermentazione da parte della flora batterica intestinale, e quindi sintomi come pancia gonfia e meteorismo, vanno ricordati i legumi (soprattutto, fagioli, piselli e lenticchie), il latte e i latticini contenenti lattosio (anche se non si è propriamente intolleranti a questo), la frutta più ricca di zuccheri (banane, pere, albicocche, prugne, cachi, uva, fichi, mele, specie se molto mature), i cereali integrali contenenti fibre insolubili e alcune specifiche verdure come broccoli, cavoli e cavolfiori, cipolle, porri e funghi. Dopodiché bisognerà preoccuparsi anche di una varietà alimentare in modo che si integrino i componenti diversi in un quadro di gradevolezza a cui non si può e non si deve rinunciare anche in caso di problemi gastrici minori per non far diventare l’alimentazione l’espiazione un castigo.