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La corsa fa bene al cervello: bastano 10 minuti per una mente più reattiva

Correre a intensità moderata fa bene all'umore, ma accende anche delle aree del cervello che lo rendono più reattivo a svolgere compiti specifici

13/12/2021

L’adagio lo conosciamo ormai a memoria: fare attività fisica fa bene al corpo, ma anche alla mente. Quale programma di allenamento seguire, quanto ci si debba esercitare e cosa succeda nella nostra testa grazie al movimento sono tuttavia delle questioni su cui gli studiosi continuano a interrogarsi, in cerca di risposte sempre più utili ed esaurienti. A tale riguardo, un articolo pubblicato sulla rivista Scientific Reports ha raccolto evidenze scientifiche di come bastino 10 minuti di corsa a intensità moderata per innescare dei significativi cambiamenti nella corteccia prefrontale, un’area del cervello che svolge un ruolo importante nel controllo dell’umore e delle funzioni esecutive.

Corsa e reattività mentale

Per quanto si tratti di un’azione apparentemente semplice, correre implica la necessità di controllare e coordinare “equilibrio, movimento e propulsione muscolare”, cosa che fa supporre “una maggiore attivazione neuronale nella corteccia prefrontale”, ha spiegato il primo autore Hideaki Soya. Partendo da tale ipotesi e dalla convinzione che “altre funzioni trarrebbero beneficio da un aumento delle risorse cerebrali in questa regione”, i ricercatori hanno condotto una serie di esperimenti per misurare la reattività del cervello dopo una breve corsa.

A tale scopo hanno sottoposto un gruppo di volontari al famoso Stroop Color and Word Test, che prevede di pronunciare a voce alta il nome del colore con cui vengono stampate determinate parole, ignorando il significato delle parole stesse. Ad esempio se la parola “blu” è scritta in rosso, bisogna dire ad alta voce “rosso”. Il cosiddetto effetto Stroop (dal nome del suo scopritore, John Stroop) consiste nel rallentamento del tempo di reazione che consegue allo sforzo mentale prodotto: il cervello deve infatti elaborare informazioni diverse e incongruenti, scegliendo solo quella giusta. Durante i test, Soya e colleghi hanno anche condotto delle misurazioni per valutare i cambiamenti emodinamici associati all’attività cerebrale di ciascun partecipante.

Un “booster” per il cervello

Si è così scoperto che dopo una decina di minuti di corsa moderata il ritardo di elaborazione dell’effetto Stroop tende a ridursi in maniera evidente. Detto in altro modo, significa che il cervello è in grado di eseguire un compito specifico con maggiore reattività. Le persone coinvolte hanno inoltre riferito che grazie all’esercizio fisico il loro umore era molto migliorato; una percezione soggettiva avvalorata però  da un incremento dell’attività registrata nelle aree della corteccia prefrontale, quelle coinvolte nella regolazione dell’umore.

Nel commentare i risultati di questo studio, gli autori hanno specificato che i risultati ottenuti mettono sicuramente in luce i benefici della corsa, ma non solo. La corteccia prefrontale non è un prerogativa degli esseri umani e ha delle caratteristiche che ricorrono in altri animali: comprendere il modo cui trae vantaggio dagli stimoli esterni può aiutarci a svelare qualcosa di più sulla storia evolutiva della nostra specie.