Settimana mondiale della Tiroide 2025: scopri le nuove frontiere della cura. L’esperto: “L’inquinamento incide”
Alessandro Marugo, responsabile del nuovo Centro Tiroide dell’IRCCS Policlinico San Donato, spiega come tutelare la propria salute, giocando d'anticipo e curandosi al meglio

Settimana della tiroide 2025
In occasione della Settimana Mondiale della Tiroide 2025, che si svolge dal 20 al 25 maggio, per favorire la consapevolezza sui problemi legati a questa ghiandola di grande importanza - compresi i disturbi, la prevenzione, la diagnosi e le terapie - dedichiamo un approfondimento al tema. A fornirci una panoramica è il professor Alessandro Marugo, responsabile del nuovo Centro Tiroide dell’IRCCS Policlinico San Donato, presentato in occasione della Settimana della Tiroide.
L’ospedale offrirà anche screening gratuiti di prevenzione, in coerenza con lo spirito della sensibilizzazione. Inquinamento, prevenzione, stile di vita e possibili percorsi terapeutici futuri; l'esperto tratteggia un quadro informativo con informazioni preziose per tutelare la propria salute, giocare d'anticipo e curarsi al meglio.
Cos'è e a cosa serve la tiroide?
"È una ghiandola endocrina situata alla base del collo, davanti alla trachea. Produce gli ormoni tiroidei, detti tetraiodotironina o tiroxina (T4) , che contiene nella sua struttura molecolare 4 atomi di iodio, e triodotironina (T3) che continente 3 atomi di iodio per molecola. Parte della T3 deriva dalla trasformazione della T4 nell’organismo. La funzionalità della tiroide è stimolata dall’ormone tireostimolante (TSH) prodotto dall’ipofisi. Il TSH si lega a specifici recettori presenti sulla cellule tiroidee e stimola la captazione dello iodio e la sintesi degli ormoni tiroidei, che vengono immessi nel sangue". Quali sono le patologie più comuni legati alla tiroide?
"L’ipotiroidismo è la malattia tiroidea più frequente, si caratterizza per una ridotta attività della ghiandola tiroidea con ormoni tiroidei liberi circolanti ridotti e TSH tendente all’aumento. Può essere primitivo o secondario ad altre malattie o terapie mediche (Cordarone, interferone, litio…); come cause si riconosce in primis la carenza iodica, la tiroidite di Hashimoto, post intervento chirurgico alla tiroide, i difetti dell’ ormonogenesi tiroidea e la resistenza agli ormoni tiroidei.
I sintomi principali sono stanchezza, faticabilità, aumento di peso, ritenzione di liquidi, alterazioni mestruali, perdita di capelli, affanno, palpebre gonfie, stitichezza. Tutta una serie di sintomi in cui si ha un rallentamento generalizzato del metabolismo. I criteri di sospetto, a parte i suddetti sintomi, sono anche di natura biochimica ossia osservabili dagli esami del sangue quali colesterolo aumentato, aumento di CPK (iopatia ipotiroidea), aumento di GOT-GPT, anemia normocromica o microcitica (scarso assorbimento di ferro) o anemia macrocitica (scarso assorbimento vitamina B12)”. Esiste anche l’ipertiroidismo.
“L’ipertiroidismo è una patologia in cui abbiamo una eccessiva produzione di ormoni tiroidei che circolanti nel nostro sangue determinano tutta una serie di azioni di stimolo su organi bersaglio. L’ipertiroidismo è una delle malattie endocrine più frequenti e può manifestarsi a qualsiasi età, ma interessa soprattutto le donne in età fertile, a causa di una generale maggior suscettibilità del sesso femminile alle malattie autoimmuni.
Le malattie che portano ipertiroidismo sono il Morbo di Basedow (o gozzo tossico diffuso) in cui è tutta la ghiandola che nel suo insieme aumenta di volume e produce ormoni in eccesso, il gozzo multinodulare tossico e il gozzo nodulare tossico (morbo di Plummer) in cui è un unico nodulo ‘caldo’ che iperfunziona rispetto al tessuto tiroideo circostante. Come segni e sintomi possiamo riscontrare un aumento di volume della tiroide, e numerosi disturbi, tutti legati a un aumento dell’attività metabolica: perdita di peso, caldo eccessivo, alterazioni della cute e dei capelli, insonnia, tachicardia e rischio di FA, tremori agitazione, diarrea, sudorazioni, alterazioni mestruali”. Ci sono dei possibili legami con ambiente e inquinamento?
"Sì, ci sono studi decennali di come il passaggio dalla vita di campagna alla vita cittadina comporti una maggiore incidenza di patologie tiroidee, in quanto i prodotti della combustione derivanti dal petrolio hanno un'azione di rallentamento sul funzionamento della tiroide”. Le cure attuali sono sicure? Pensiamo alla vasta platea, anche di giovani e persone under 50, in cura con uno dei farmaci più diffusi, ovvero Eutirox. Da assumere, teoricamente, a vita. Possono avere un'aspettativa di vita normale se seguono bene la terapia?
"Assolutamente sì, in quanto le terapie sostitutive con ormone tiroideo, che vanno logicamente assunte a vita, se ben calibrate consentono al paziente di avere circolanti gli stessi ormoni tiroidei come una persona che non è affetta da patologie e quindi non varia sia l'aspettativa che la qualità di vita”. Quali nuove frontiere di cura? È possibile pensare, in futuro, di riparare un ipotiroidismo o una malattia autoimmune della tiroide?
"Le nuove frontiere di cura sono un utilizzo di ormoni tiroidei sintetici ma con diverse formulazioni che permettono al paziente di avere una migliore aderenza alla cura e una migliore qualità di vita. In futuro, si spera che si possa provare a riparare un ipotiroidismo, cosa che già adesso in parte riusciamo a fare con l'utilizzo di oligoelementi che almeno nelle prime fasi della malattia evitano al paziente la schiavitù della terapia classica ormonale, e lo stesso vale anche per le malattie autoimmuni della tiroide”. Quali sono le buone abitudini per prendersi cura della propria tiroide e come monitorarla?
"Le buone abitudini per prendersi cura della propria tiroide son l'utilizzo del sale iodato, del selenio, della vitamina D e della vitamina C; con la riduzione alimentare di ciò che danneggia la tiroide, ossia zuccheri raffinati, farine di tipo 00 e brassicacee. Questo logicamente controllando gli ormoni tiroidei e svolgendo regolarmente ecografie tiroidee”. In cosa consiste, a proposito di nuove frontiere, la tecnica avanzata della ThinPrep utilizzata nel vostro centro?
"Il presente e futuro della citologia tiroidea è il Thinprep che presenta come vantaggio rispetto al normale e classico agoaspirato tiroideo , la standardizzazione del metodo, la minore invasività dell'esame, riduce notevolmente il rischio di falsi negativi all'agoaspirato tiroideo e permette di eseguire sullo stesso campione anche indagini di biologia molecolare evitando al paziente di ripetere l'agoaspirato tiroideo una seconda volta”.