Giornata Mondiale della Salute, le nuove priorità: “Passare dalla cura alla prevenzione”
Longevità sana, stile di vita e nuove frontiere tecnologiche contro le malattie. Nasce il concetto ‘One Health’. Ne parliamo con Lorenzo Dagna, primario del San Raffaele di Milano

Lorenzo Dagna, primario al San Raffaele di Milano
La salute è un diritto di tutti. È un bene prezioso per la persona e l’intera società, per questo “garantire cure gratuite” è uno dei tasselli fondamentali della nostra Costituzione. L’occasione per riflettere sul valore del benessere e della prevenzione della malattia è la Giornata Mondiale della Salute, che dal 75 anni si celebra il 7 aprile per ricordare la fondazione dell’Oms, avvenuta proprio quel giorno nel 1948. Il tema di quest’anno è la salute materna e neonatale: ‘Un inizio sano, un futuro pieno di speranza’ è il titolo della campagna lanciata dall’Oms nel 2025.
Con un’intervista esclusiva a QN SALUS, il professor Lorenzo Dagna – primario dell’Unità di Immunologia, Reumatologia, Allergologia e Malattie Rare all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e Associato di Medicina Interna all’UniSR – Università Vita-Salute San Raffaele – riflette con noi sui temi cardine legati alla salute. Dalla cura delle malattie alla prevenzione, ma anche pilastri essenziali come l’alimentazione e lo stile di vita.
La Giornata della Salute è un’occasione per sensibilizzare persone e istituzioni sui temi cruciali: quali sono, a suo parere, le tematiche più urgenti da affrontare per migliorare la vita delle persone?
"La Giornata della Salute rappresenta un’occasione fondamentale per riflettere e sensibilizzare cittadini e istituzioni su temi centrali per il benessere collettivo e individuale. Tra le priorità più urgenti, ritengo indispensabile sottolineare la necessità di spostare l’attenzione dalla cura delle malattie alla loro prevenzione. Fa riflettere il fatto che, nei programmi formativi delle Facoltà di Medicina, si dedichi una quantità considerevole di tempo allo studio delle malattie e delle modalità per trattarle, mentre lo spazio riservato alla prevenzione – alle strategie per evitare che quelle stesse malattie insorgano – è spesso estremamente limitato, se non del tutto assente. Eppure, la prevenzione rappresenta la chiave per un sistema sanitario più efficace, più equo e sostenibile. Intervenire prima che la malattia si manifesti significa non solo migliorare la qualità della vita delle persone, ma anche ridurre significativamente i costi sanitari, rendendo l’intero sistema più solido e resiliente nel lungo periodo".
Generalmente, pensiamo alla salute come assenza di malattia. E spesso, soprattutto con l’avanzare dell’età, diventa un concetto utopico. Cos’è realmente la salute, anche in base alle linee guida dell’Oms?
"La definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità amplia il concetto di salute oltre la semplice assenza di malattia, includendo il benessere fisico, mentale e sociale, e sottolineando che un individuo in salute deve avere capacità di adattarsi e affrontare le sfide della vita. Questo approccio apre a una visione dinamica e per certi versi variabile della salute, che cambia in base alla persona, al contesto e al momento della vita. Di conseguenza, non esiste una definizione di salute unica e valida per tutti: per un maratoneta, essere in salute significa anche avere l’efficienza fisica per affrontare gare estreme; per un chirurgo, non può prescindere dal possedere precisione e resistenza mentale necessarie a operare; per una persona anziana, può voler dire semplicemente vivere serenamente mantenendo una piena autonomia nelle attività quotidiane. La salute, quindi, diventa un concetto personale e relativo, che va considerato nella sua complessità, tenendo conto dei bisogni, delle aspirazioni e delle capacità di ciascun individuo".
Quanto incidono lo stile di vita e l’alimentazione sulla salute a lungo termine?
"La medicina moderna ha compiuto straordinari progressi in campo diagnostico e terapeutico, rivoluzionando il corso naturale delle malattie. Tuttavia, nella corsa all’innovazione, spesso trascuriamo l’importanza fondamentale di una corretta alimentazione e di uno stile di vita equilibrato. Questi elementi rappresentano pilastri essenziali non solo per la prevenzione primaria, evitando l’insorgenza di patologie, ma anche per quella secondaria, limitandone la progressione. L’adozione di consigli personalizzati, basati sul profilo individuale valutato in modo scientifico, può suggerire interventi mirati e maggiormente efficaci per il singolo. In definitiva, la sinergia tra innovazioni medico-scientifiche e scelte di vita salutari costituisce la chiave per una prevenzione efficace e duratura”.
Oggi si parla sempre più spesso di longevità in salute. Le malattie croniche fanno più paura di un tempo, quando sembrava normale invecchiare con qualche patologia da tenere sotto controllo. L’invecchiamento ‘sano’ è possibile e come?
"L’invecchiamento sano è possibile adottando un approccio integrato che unisca prevenzione personalizzata, cure mirate e una attenzione alle abitudini individuali. La medicina personalizzata, che permette di adattare interventi e consigli alle esigenze individuali, gioca un ruolo fondamentale. John Fitzgerald Kennedy affermava che ‘il momento giusto per riparare il tetto è quando il sole splende’: una adeguata strategia di diagnosi precoce, anche mediante programmi di screening scientificamente validati e realmente predittivi, condotta quando il soggetto è ancora in salute, può consentire di intervenire tempestivamente su anomalie o fattori di rischio prima che diventino clinicamente evidenti. Come anche ricordato poc’anzi, accanto a possibili strategie farmacologiche, anche strategie alimentari e di miglioramento dello stile di vita rappresentano la solida base base per ridurre il rischio di malattie croniche e mantenerci in salute. È poi importante anche coltivare relazioni sociali e interessi che stimolino la mente, contribuendo al benessere psicologico. In questo modo, l’invecchiamento potrà non esser più visto come un accumulo inevitabile di malattie, ma come un percorso in cui la qualità della vita può essere preservata e addirittura migliorata”.
Cos’è la ‘salute digitale’ e come sta cambiando la vita dei pazienti?
"La salute digitale rappresenta l’integrazione di tecnologie informatiche e della comunicazione nel settore sanitario. Grazie alla telemedicina, ad esempio, è possibile consultare specialisti da remoto, riducendo tempi di attesa e spostamenti, mentre l’utilizzo di dispositivi indossabili e app dedicate può consentire un monitoraggio continuo e personalizzato di differenti parametri relativi allo stato di salute di un paziente. La possibilità di raccogliere in un’unica cartella digitale tutte le informazioni sanitarie di un paziente può permettere al clinico di gestire in modo più efficace e coordinato i dati clinici, facilitando la diagnosi e il trattamento tempestivo delle malattie. Questi avanzamenti stanno rendendo il sistema sanitario più accessibile, efficiente e centrato sul paziente, offrendo nuove opportunità per la prevenzione e il benessere a lungo termine”.
L’ultimo rapporto Ocse parla di troppe diagnosi sbagliate o tardive: l’Intelligenza artificiale può aiutare ad abbassare il margine di errore in medicina?
"Grazie alla capacità di analizzare enormi quantità di dati clinici in tempi rapidissimi, l’intelligenza artificiale può supportare i medici nell’identificare pattern complessi che potrebbero sfuggire all’occhio e alla mente umana. Alcuni algoritmi, ad esempio, sono già in grado di riconoscere segni precoci di tumori, malattie cardiovascolari o malattie rare con maggiore precisione rispetto al ragionamento medico tradizionale non assistito. Inoltre, l’intelligenza artificiale può migliorare la qualità delle decisioni cliniche, tenendo conto dell’interezza dei dettagli della storia clinica del paziente e facendo riferimento ai dati di letteratura più aggiornati. Infine, l’intelligenza artificiale per la sua stessa natura non è passibile degli errori cognitivi che possono rendere meno efficace il ragionamento medico. Va però ricordato che gli algoritmi di intelligenza artificiali non sono scevri dalla possibilità di commettere errori, anche come conseguenza della qualità dei dati con cui sono stati generati. In questo senso, sarà difficile nel prossimo futuro immaginare che l’algoritmo possa sostituire il medico, ma semmai potrà essere in grado di affiancarlo con strumenti più precisi e affidabili, migliorando così la tempestività e l’accuratezza delle strategie diagnostiche, preventive e terapeutiche”.
Cosa significa il concetto One Health?
"One Health rappresenta un innovativo approccio integrato e multidisciplinare che riconosce come la salute umana, quella animale e quella ambientale siano strettamente interconnesse tra di loro. In questo senso, il modo ideale per affrontare le sfide sanitarie globali consiste nel condividere conoscenze e risorse tra le diverse discipline e settori coinvolti, attraverso politiche di prevenzione ed intervento che tengano conto della stretta interdipendenza tra questi ecosistemi (umano/animale/ambientale). Solo lo scambio di informazioni e la collaborazione tra esperti di differenti discipline come medici, veterinari, biologi ed ecologi potrà portare alla realizzazione di strategie sostenibili che potranno affrontare i problemi in un unico quadro operativo”.