"Dobbiamo dire no ai ‘ritocchi’ esagerati"
"Dobbiamo dire no ai ‘ritocchi’ esagerati"

NELLA RICERCA spasmodica della bellezza, c’è chi perde il senso della misura. Capita a uomini e donne, di ogni età. Ma più che l’esteriorità, c’è talvolta un problema di autostima. Ne parliamo con Paolo Giovanni Morselli, professore di chirurgia plastica all’Università di Bologna e presidente di Interethnos Interplast Italy.

Professor Morselli, alcune persone sembrano ossessionate, alla ricerca di una perfezione irraggiungibile. Come interpreta questo fenomeno?

«È un segno dei tempi, che richiede cautela. Va bene correggere, quando è utile ottenere una armonia nell’aspetto fisico, ma a volte vedo labbra troppo voluminose, zigomi sporgenti, palpebre deformate. ll medico deve saper dire anche dei no. Ci sono aspettative irraggiungibili che nascondono altri  tipi  di bisogni, a un certo punto è bene fermarsi».

Lei è anche psicoterapeuta, ha scritto un trattato su queste metamorfosi: che cosa scatta nella mente di chi vuole cambiare?

«Nei casi patologici le persone entrano pian piano, spesso senza rendersene conto, in una spirale dalla quale non sanno uscire. Iniziano con qualche piccola modifica, ingrandiscono, aggiungono, alla fine perdono la consapevolezza della loro immagine e inseguono un ideale che non esiste».

Lo vediamo nelle foto messe a confronto, prima e dopo il riempimento, c’è qualcosa di innaturale.

«Mi è capitato di ricevere persone che si rivolgono alla chirurgia estetica perché si dichiarano insoddisfatte, ma hanno anche problemi psicologici che vanno affrontati anche in altro modo. Troppo spesso si vedono modifiche “innaturali” che alterano una bellezza di base. L’esempio: labbra o zigomi il cui trattamento eccessivo offre un risultato tutt’altro che attraente. Complici di questo anche quei medici che assecondano patologiche richieste di trasformazione. Ritengo che esasperare i trattamenti non sia deontologicamente corretto. I principi e le tecniche sono nelle mani del medico, è fondamentale che sia uno specialista in chirurgia plastica, specializzazione conseguita in 5 anni di studi dopo la laurea in medicina e chirurgia».

Quali sono gli interventi ammissibili?

«Sono tantissimi. L’intervento si giustifica facilmente per patologie funzionali, come le malformazioni del volto o conseguenti a traumi, la alterazioni morfologiche della mammella, la deformità nasale, le ustioni ed altre anomalie corporee. Anche senza disfunzioni, ci sono situazioni che vengono vissute con grande disagio come un seno relativamente piccolo o leggermente “cadente” oppure la percezione di un invecchiamento precoce. Esistono poi condizioni di sofferenza per le quali serve anche il sostegno dello psicoterapeuta. È necessario aiutare il paziente a comprendere che a volte la strada più facile non è quella giusta da percorrere».