Un software capace di indicare se un ricoverato tornerà in corsia entro un mese
Diversi algoritmi hanno dimostrato di poter fare previsioni cliniche preziose: fra questi NYUTron, software basato sull’intelligenza artificiale che aiuta i medici leggendo le cartelle cliniche e prevedendo prognosi e rischio dei pazienti. Secondo quanto riferito sulla rivista Nature, il programma è in grado di leggere gli appunti dei medici per stimare con precisione il rischio dei pazienti, la durata della degenza e altri fattori importanti per la cura, come un nuovo ricovero.
Pochi sistemi di questo genere, al momento, sono in uso per la difficoltà di far interpretare all’IA le informazioni scritte dai medici in cartella, indipendentemente dai dati analitici come le analisi del sangue. Tuttavia, grazie ai modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM), gli stessi usati da ChatgGpt, l’intelligenza artificiale può “imparare” dal testo scritto. Il programma messo a punto dai ricercatori si basa proprio su questi modelli di linguaggio e può essere addestrato utilizzando testo estratto inalterato dalle cartelle cliniche elettroniche per fare valutazioni utili sullo stato di salute dei pazienti. Progettato da un team guidato da ricercatori della NYU Grossman School of Medicine, questo software è già entrato in uso negli ospedali affiliati per prevedere le probabilità che un paziente dimesso venga riammesso in ospedale entro un mese. La forza di NYUTron è che, per quanto il linguaggio usato dai medici in cartella non fosse standardizzato, il programma era in grado di interpretare anche le abbreviazioni di un medico, la scrittura personale del singolo.
I risultati del lavoro hanno rivelato che il programma è in grado di prevedere l’80% delle riammissioni in ospedale dopo un primo ricovero. Per il loro studio, i ricercatori hanno addestrato NYUTron utilizzando milioni di note cliniche raccolte dalle cartelle cliniche elettroniche di 336.000 pazienti che avevano ricevuto cure all’interno del sistema ospedaliero NYU Langone tra gennaio 2011 e maggio 2020. La “nuvola” linguistica risultante, pari a 4,1 miliardi di parole, comprendeva qualsiasi documento scritto da un medico, come i referti radiologici e le lettere di dimissione.