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Il tic diventa un sintomo di ansia e stress

Sono alterazioni del sistema nervoso centrale e peggiorano quando ci si sente sotto pressione

20/06/2021 - di Roberto Baldi

La realtà dei nostri giorni ci dice che viviamo più a lungo dei nostri antenati, ma soffriamo di migliaia di ansie e preoccupazioni talvolta artificiali. Gli antenati affaticavano solo i muscoli, noi esauriamo la forza, impegnando un sistema nervoso centrale che, secondo Rita Levi Montalcini, è più affascinante della foresta amazzonica. È dalle alterazioni di questo sistema nervoso centrale che possono derivare tic semplici e complessi: i primi fin dall’infanzia come sbattere le palpebre, fare smorfie ecc; i complessi come colpire sé stessi, mangiarsi le unghie ecc.

 

Fra i vari tic un posto a parte hanno quelli vocali, a partire dai colpi di tosse per finire all’emissione di parole inappropriate. La stessa balbuzie può essere considerata il risultato di un’alterazione psico-somatica o neurologica. In questo secondo caso principalmente riferibile ai gangli cerebrali della base e alla corteccia motoria, ma non c’è dubbio che fra i fattori disponenti o aggravanti hanno una loro importanza di base lo stress, l’emozione, l’ansia, la stanchezza, gli stati di eccitazione o la preoccupazione: movimenti che non si verificano durante il sonno e quando si è assorbiti in un’attività impegnativa.

 

Se si ha un tic minore, può non essere necessaria alcuna cura: quelli di lieve entità non interferiscono con la normale attività (scuola, lavoro o vita di tutti i giorni). Se, invece, è necessaria un’attenzione maggiore, è possibile iniziare con la terapia comportamentale, consigliata come primo approccio, per valutare successivamente l’impiego di farmaci. Al momento di decidere se una terapia sia o meno opportuna, va considerato che i tic nel tempo possono modificare la loro intensità e, spesso, migliorano nell’ultimo periodo dell’adolescenza o all’inizio dell’età adulta. Le cure comportamentali sono spesso raccomandate come trattamento di prima scelta per i tic.

 

Particolare è il tic del bambino, per il quale è indispensabile una valutazione attenta, ma non preoccupata ai suoi occhi, in maniera di dimensionare il problema e non suscitare suggestioni ansiogene. Fra gli accorgimenti utili: la rassicurazione al bambino sulla lieve entità del problema senza rimproverarlo per i tic, facendo le finte di ignorare l’inconveniente, che non è malattia di cui vergognarsi. Se è indispensabile, parlare con i compagni di scuola o di giochi affinché interagiscano con lui in maniera il più possibile naturale. Dopodiché può entrare in gioco l’impiego di farmaci o l’ausilio dello psicoterapeuta. L’uno e l’altro rimedio da utilizzare con la cautela necessaria, evitando di creare una dipendenza pregiudizievole per l’età adulta. Da tenere presente che i bambini partecipano sempre, per istinto mimetico, al nervosismo di chi sta con loro: in particolare avvertono ogni turbamento o ogni sovversione, di qualunque genere, nella situazione familiare. La raccomandazione che qui si elenca a termine di altri suggerimenti e che può essere invece preliminare a tutto, è far vivere al bambino un ambiente il più possibile sereno, senza renderlo testimone involontario dei piccoli grandi alterchi registrabili in ogni unione coniugale, di cui il giovane finisce col recepire le emozioni assai più di quanto si creda. La sensibilità del bambino non si traduce sempre in reazioni abnormi, ma più spesso in disturbi comportamentali involontari quali sono appunto i tic.

 

Le vicende dei nostri tempi, fra cui l’epidemia da Covid-19 hanno indubbiamente aggravato le situazioni ansiogene di adulti e bambini. La soluzione è sempre quella di relativizzare per quanto possibile il problema, affidandosi al corso della scienza e ai rimedi possibili, abituandosi a tenere dritte le vele dell’equilibrio e dell’autocontrollo anche quando il mare è in burrasca.

Sostegno light dalla fitoterapia

Un posto tutto particolare per la cura dei tic spetta alla floriterapia, ovvero la cura attraverso gli estratti di fiori o di piante affidata a mani esperte. Uno dei più usati per i bambini è il ginseng (20 gocce al giorno per un mese) o la Salvia Officinalis (in questo caso di gocce ne serviranno 50/dì). I fiori di Bach hanno un dosaggio personalizzato sul bambino e sul suo disagio. Fra i cultori della materia da citare Beatrice Castelli che nel suo ’Floriterapia per bambini troppo vivaci’, elenca in dettaglio questi fiori: Cherry Plum Agrimony, Mimulus e Larch, Willow. Giova ripetere che il ricorso fitoterapico presuppone competenze particolari per casi minori, mentre gli aspetti più conclamati delle alterazioni neurologiche attraverso i tic richiedono la consulenza medica e in taluni casi psichiatrica con il concorso di terapie mirate.