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Il diabete raddoppia i rischi di ictus e malattie del cuore

I diabetologi, "è la prima causa di morte in questi pazienti"

04/05/2023

Un paziente con diabete ha un rischio doppio di incorrere in patologia coronarica, ictus e infarto: le malattie cardiovascolari, infatti, rappresentano la prima causa di morte in coloro che soffrono di questa patologia. Nel dettaglio, il rischio di eventi cardiovascolari è maggiore nelle donne con diabete e nei pazienti di lunga durata e che presentano complicanze microvascolari, tra cui la malattia renale. Valori elevati di zuccheri e di insulina nel sangue, insieme alla presenza molto frequente di altri fattori di rischio quali l‘ipertensione e l’obesità, sono a loro volta responsabili dello sviluppo di alterazioni dell’endotelio, la superficie interna dei vasi sanguigni, e di aterosclerosi precoce a rapida evoluzione. Le stime confermano che tra il 15 e il 25% dei pazienti con scompenso cardiaco siano persone con diabete.

 

Ecco perché è bene proteggere il cuore da subito. “Le complicanze cardiovascolari – spiega Angelo Avogaro, presidente Sid, Società italiana di diabetologia – sono le più frequenti nel paziente affetto da diabete, sia di tipo 1, sia di tipo 2. Nonostante l’arrivo di farmaci più efficaci e sicuri, l’incidenza di queste complicanze rimane superiore nei pazienti diabetici rispetto agli altri”.

 

“Una volta diagnosticato il diabete – aggiunge da parte sua la professoressa Raffaella Buzzetti, docente di endocrinologia alla Sapienza, Università di Roma – un controllo adeguato dei valori glicemici, del colesterolo, della pressione arteriosa e, qualora si parta da situazioni di obesità o sovrappeso,  una riduzione del peso, rappresentano gli obiettivi fondamentali per la prevenzione della complicanze”.

 

Un’altra complicanza vascolare è l’arteriopatia agli arti inferiori, che può condurre ad ischemia responsabile del cosiddetto piede diabetico, che può portare fino all’amputazione. Sul versante cerebrovascolare, invece, il diabete si associa ad un aumento rilevante del rischio di ictus ischemico e decadimento cognitivo.