Con il sostegno di:

I giochi e le carezze al cane fanno bene anche a noi

Uno studio ha dimostrato come l’interazione fisica con un cane stimola in modo intenso la parte dell’encefalo che gestisce le interazioni sociale ed emotive

28/02/2023
le-carezze-al-cane-fanno-bene-anche-al-nostro-cervello

Una nuova ricerca apre ulteriori spunti nell’ambito della pet therapy e conferma ancora una volta quanto i cani siano importanti per la salute e il benessere psicologico degli esseri umani. Lo studio, pubblicato sulla rivista Plos One, ha verificato che accarezzare gli amici a quattro zampe ha implicazioni positive sulla parte del cervello in cui vengono gestite le interazioni sociale ed emotive, aumentandone l’attività in modo consistente. La scoperta potrebbe essere importante anche dal punto di vista terapeutico. 

 

Interagire fisicamente

Per misurare l’attività celebrale durante il test, i ricercatori hanno utilizzato un dispositivo non invasivo e funzionale di spettroscopia near-infrared (chiamato in gergo fNRIS), capace di tenere traccia di quanto accadeva nella corteccia prefrontale dei 19 partecipanti all’esperimento. 

 

A tutti è stato chiesto di accarezzare in modo alternato tre cani veri (un Jack Russel terrier di 6 anni, un Golden Retriever di 4 anni o un Goldendoodle di 4 anni) e tre “sostituti” di peluche che avevano al loro interno una sacca di acqua calda per simulare il calore degli animali in carne e ossa. 

 

I ricercatori hanno rilevato che l’attività celebrale aumentava durante le carezze ai giocattoli in peluche, ma cresceva in modo considerevole quando ad essere accarezzati erano i cani: un chiaro segno di come in quel preciso momento i partecipanti all’esperimento fossero più coinvolti emotivamente. 

 

L’esperimento era suddiviso in cinque diverse fasi con diversi livelli di interazione con gli animali: neutrale, guardare, sentire, accarezzare e di nuovo neutrale. In base ai dati rilevati, gli scienziati hanno concluso che c’è una proporzionalità diretta tra l’interazione con i cani e l’aumento dell’attività del cervello nelle zone che governano la socialità e le emozioni. 

 

Applicazioni terapeutiche

La chiosa finale del paper suggerisce come “le interazioni con un cane potrebbero attivare processi più attenti e suscitare un’eccitazione emotiva più forte rispetto a stimoli non viventi comparabili”. Dal momento che i soggetti coinvolti in questo studio erano tutti individui sani – affermano nelle conclusioni i ricercatori – che hanno avuto benefici dal punto di vista sociale ed emozionale, tutto lascia supporre che la stessa cosa possa accadere con pazienti che soffrono di problemi psicologici e relazionali. Da qui la possibilità di sviluppare terapie ad hoc che possano aiutare questi soggetti e prevenire o rendere meno grave i problemi legati ad ansia e depressione.