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Gli italiani consumano meno sale, ma siamo ancora oltre la soglia

L'Oms raccomanda di non superare i 5 grammi giornalieri per prevenire il rischio ipertensione

18/05/2023
Crediti iStock - come regolare il sale nella pasta

A livello globale il consumo giornaliero di sale (tra quello contenuto nei prodotti industriali, quello che aggiungiamo in cucina e quello che troviamo al ristorante) risulta eccessivo. In Italia, in seguito alle campagne informative sui rischi legati all’ipertensione, l’abitudine di aggiungere generose prese di sale alle pietanze sta lentamente scemando, ma siamo ancora, come consumi, oltre la soglia massima di sicurezza dei 5 grammi al giorno.

 

I numeri

Nel periodo 2018-2019, attraverso la raccolta delle urine delle 24 ore in campioni di popolazione nella fascia di età 35-74 anni residenti in dieci regioni italiane, si è calcolato un consumo medio giornaliero di sale procapite pari a 9,5 grammi negli uomini e 7,2 grammi nelle donne, risultando inferiore a 5 grammi al giorno (quota raccomandata dall’Oms)  soltanto nel 9% degli uomini e nel 23% delle donne.

 

I rischi 

È vero che, rispetto all’andamento mondiale, nel nostro Paese il consumo di sale è in diminuzione: è stato ridotto del 12% in 10 anni, secondo il monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità svolto in collaborazione con il Ministero della Salute. Ma è ancora troppo elevato. Come hanno ricordato gli esperti in occasione della Settimana mondiale di sensibilizzazione per la riduzione del consumo alimentare di sale, dal 15 al 21 maggio 2023, assumere troppo sale causa diversi problemi ed espone a diversi rischi: è una cattiva abitudine che fa salire la pressione arteriosa, aumentando il pericolo di malattie a livello cardiaco, vascolare e cerebrale, ma provocando anche patologie cronico-degenerative, osteoporosi e malattie che colpiscono stomaco e reni.

 

Cinque accorgimenti

Nel 2005 è nata la World Action on Salt, Sugar and Health (Wassh), presente, attraverso una rete di collaborazioni, in 100 Paesi dei diversi continenti. Proprio in occasione della settimana di sensibilizzazione su questi problemi, l’associazione ha dettato 5 azioni concrete per fare una corretta prevenzione: 

 

– per insaporire i piatti conviene ridurre il sale e imparare a usare erbe aromatiche (basilico, timo, maggiorana, rosmarino, semi di finocchio…), spezie (pepe, peperoncino, zenzero, noce moscata, zafferano, curry…), aglio, cipolla; 

– quando si acquistano legumi e verdure in scatola, prima di cucinarli e mangiarli vanno scolati e risciacquati accuratamente;

– consumare più ortaggi e frutti freschi

leggere bene le etichette prima di acquistare i prodotti alimentari e controllare le percentuali di sale che figurano nell’elenco degli ingredienti;

non mettere a tavola sale e salse molto saporite per non abituare nessuno della propria famiglia a mangiare troppo salato. 

 

Quanto salare la pasta 

Attenzione anche per quel che riguarda un gesto semplice e quotidiano come il sale aggiunto all’acqua di cottura della pasta. Ne ‘Le linee guida per una sana alimentazione’ a cura di Crea, Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione – ente di ricerca tricolore dedicato alle filiere agroalimentari che opera sotto la vigilanza del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) – si suggerisce di usare un cucchiaino di sale per ogni litro di acqua: un cucchiaino da tè corrisponde a circa 2 grammi al giorno di sodio. 

 

Altre raccomandazioni

In concomitanza, va ridotto il consumo di snack salati, patatine, salumi e formaggi, prodotti in scatola. Il sale non va aggiunto nelle pappe dei bambini, almeno fino al primo anno di vita. Per insaporire insalate e quant’altro sono ottimi, oltre agli accorgimenti già indicati prima, anche succo di limone e aceto. Invece del normale sale da cucina, una buona abitudine sarebbe quella di portare in tavola e in cucina un sostituto arricchito di potassio, una misura che aiuta ad abbassare la pressione e di conseguenza il rischio infarto e ictus tra gli over-55. Lo dimostra un trial clinico pubblicato sulla rivista Nature Medicine. Il sale contiene sodio, che fa alzare la pressione. I sostituti del sale che impiegano potassio, al contrario, aiutano a prevenire la pressione alta.