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Gli effetti nocivi delle scene violente in TV sui bambini: ansia e disagio psicologico

Guardare contenuti TV violenti in età prescolare può sviluppare ansia e problemi psicologici in seguito, a causa dell’identificazione con personaggi negativi

09/11/2022
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I bambini che guardano programmi o scene violente in TV durante l’età prescolare possono sviluppare rischi dal punto di vista psicologico prima dell’inizio della scuola media. Lo spiega un nuovo studio della Scuola di Psico-Educazione dell’Università di Montréal.
Assistere a sequenze violente in un periodo particolarmente critico per lo sviluppo del cervello ha insomma conseguenze pericolose.
Il team ha studiato l’effetto a lungo termine sullo sviluppo che ha la tipica esposizione alla violenza in TV nei bambini in età prescolare.

 

Violenza TV e ansia nei ragazzi

La ricerca, pubblicata sul Journal of Developmental and Behavioral Pediatrics, parte dall’assunto che prima d’ora non era chiaro in che misura l’esposizione ai contenuti violenti nella prima infanzia potesse predire il successivo disagio psicologico.
L’equipe canadese ha esaminato i contenuti televisivi violenti che i genitori hanno riferito essere stati visti dai loro figli tra i 3 anni e mezzo e i 4 anni e mezzo (circa 2 mila), e poi hanno condotto un follow-up quando i bambini hanno raggiunto i 12 anni.

Quello che è emerso è che rispetto ai coetanei che non erano stati esposti a contenuti violenti, i bambini e le bambine avevano maggiori probabilità di sperimentare un successivo aumento del disagio emotivo, spiegano i ricercatori.

In che forma? “Hanno registrato una diminuzione dell’impegno in classe, dei risultati scolastici e della motivazione accademica alla fine della prima media“, commenta la dottoressa Linda Pagani, autrice dello studio, “Per i giovani, il passaggio alla scuola media rappresenta già una fase cruciale del loro sviluppo come adolescenti. Provare tristezza e ansia ed essere a rischio accademico tende a complicare la loro situazione”.

 

Come la TV violenta influisce sull’età

Secondo il team, i problemi all’inizio della scuola media hanno radici nella prima infanzia. Un tema che è motivo di crescente preoccupazione per gli operatori del settore dell’istruzione e della sanità pubblica.

L’équipe ha poi analizzato i dati per identificare il legame tra i problemi relativi a questi aspetti e i contenuti violenti a cui erano stati esposti i ragazzi in età prescolare.
“L’individuazione di fattori modificabili precocemente che influenzano il benessere successivo di un bambino è un obiettivo importante per le iniziative di salute individuali e comunitarie, e l’adattamento psicologico e la motivazione accademica sono elementi essenziali per il successo della transizione verso l’adolescenza”.

 

I personaggi di fantasia e la vita reale

Particolare attenzione è stata dedicata all’identificazione con personaggi di fantasia.
I bambini in età prescolare tendono infatti a identificarsi con i personaggi televisivi e a considerare reale tutto ciò che vedono, spiegano gli studiosi canadesi. Sono particolarmente vulnerabili alle rappresentazioni umoristiche di eroi e cattivi affascinanti che usano la violenza come mezzo giustificato per risolvere i problemi.
E l’esposizione ripetuta a sequenze d’azione adrenaliniche e a effetti speciali accattivanti può “rafforzare le convinzioni, gli atteggiamenti e le impressioni che la violenza abituale nelle interazioni sociali sia normale”.
Così, l’errato apprendimento di abilità sociali essenziali può rendere difficile l’inserimento a scuola e il rendimento.

 

La TV violenta rende ‘normale’ la violenza

Proprio come quando si assiste alla violenza nella vita reale, l’esposizione ripetuta a un mondo ostile e violento, popolato da creature dall’aspetto talvolta grottesco, si legge nel paper, può scatenare paura e stress e portare questi bambini a percepire la società come pericolosa e spaventosa. E “questo può portare a reagire abitualmente in modo eccessivo in situazioni sociali ambigue. In età prescolare, il numero di ore giornaliere è limitato, e più i bambini sono esposti a interazioni aggressive (sugli schermi) più potrebbero ritenere normale comportarsi in quel modo”.
La soluzione è quella di proporre ai bambini situazioni sociali più appropriate, per aiutarli a sviluppare competenze sociali essenziali che saranno poi utili “e che, in ultima analisi, giocheranno un ruolo chiave nel loro successo personale ed economico”.