Quando Micio comincia a dimostrarsi meno scattante e reattivo abbiamo diverse strategie per aiutarlo
Anche i gatti, nonostante le loro proverbiali sette vite, invecchiano. Ma non devono rinunciare a una buona qualità della vita, e assicurarla è compito dei loro amici umani. Come? Lo spiega la dottoressa Sabrina Giussani, medico veterinario esperto in comportamento animale e Past President di S.I.S.C.A. (Società Italiana Scienze del Comportamento Animale).
Dottoressa, come riconoscere nel nostro gatto i primi segnali di anzianità?
«L’anzianità arriva ad un’età diversa per ogni gatto, dipende da taglia, razza e ’indole dell’animale. Però possiamo captare alcuni segnali che indicano un rallentamento delle funzioni cognitive. Ad esempio il micio può mostrare indifferenza verso farfalle insetti, che un tempo lo interessavano, dormire a lungo, non fare più i salti di una volta. Ma tutto questo è nella norma».
Quando dobbiamo preoccuparci?
«Quando c’è la perdita di tutti gli interessi e delle capacità cognitive, ad esempio se il gatto vaga per casa senza meta, se non ci saluta quando arriviamo a casa, se si muove poco, se è apatico. Possono essere gli indizi di una demenza senile. Però vi sono patologie molto comuni nei gatti anziani, come l’osteoartrite, l’ipertiroidismo, l’insufficienza renale e problemi cardiaci, o il deficit funzionale degli organi sensoriali, che possono rendere difficile per i non addetti ai lavori capire se il gatto abbia un dolore o se soffra di una patologia comportamentale».
Come possiamo aiutarlo?
«Teniamo presente gli aspetti psicologici, ad esempio ansia e stress scatenano nell’organismo delle risposte che richiedono al cervello di lavorare intensamente, accelerando così il processo di invecchiamento. È importante, per tutta la vita del gatto, stare attenti a eventuali segnali di un comportamento anomalo, e in caso occorrono visite veterinarie specialistiche. Se notiamo stress o agitazione si possono usare i feromoni, sostanze naturali e non farmacologiche che inviano ai gatti un messaggio di naturale tranquillità. Quando il gatto raggiunge la terza età i feromoni, sotto forma di diffusore per ambiente o spray per trasportino, sono un ottimo alleato per tranquillizzarlo».
Ci sono giochi per motivare un gatto anziano?
«Per migliorare la percezione del corpo nello spazio, è utile far camminare il gatto su materiali diversi, su asciugamani e tappetini, in modo che le diverse texture stimolino i recettori delle zampe e il gatto percepisca la differenza di substrato. È possibile allenare l’olfatto con oli essenziali biologici ed estratti in purezza, o soddisfare il palato cambiando ogni tanto la pappa. Possiamo farlo giocare costruendo una scatola sensoriale, facendo dei fori di qualche cm di diametro in una scatola da scarpe al cui interno sono stati posti oggetti che fanno rumore, come noci e palline. È bene che il gatto partecipi alla costruzione del gioco, così quando infilerà la zampa nella scatola sfrutterà il suo istinto di cacciatore per tirare fuori gli oggetti. Un altro gioco consiste nel praticare due fori in un grande scatolone chiuso mentre il gatto assiste (è questa la parte del gioco!). I due fori sono l’entrata e l’uscita del ’castello’ da esplorare».