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Farmaci JAK inibitori, più efficaci nella colite ulcerosa

Circa 150mila persone in Italia convivono con questa malattia infiammatoria cronica intestinale

16/04/2023
colite rettocolite ulcerosa crohn

Colite ulcerosa: sono circa 150mila gli italiani che convivono con una malattia infiammatoria cronica intestinale di questa natura. Abbiamo chiesto a Flavio Caprioli, segretario generale IG-IBD (Italian Group for the study of Inflammatory Bowel Disease) di inquadrare il problema, mentre Gionata Fiorino, ricercatore, gastroenterologo, Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, illustra a seguire i vantaggi dei farmaci jak inibitori.

 

Che cos’è la colite ulcerosa?

La rettocolite o colite ulcerosa – risponde Caprioli, professore associato di Gastroenterologia all’Università di Milano – è una malattia infiammatoria cronica intestinale. Insieme alla malattia di Crohn, è una patologia che colpisce il tratto digestivo inferiore, colon e retto. L’infiammazione è legata a una risposta inadeguata del sistema immunitario verso componenti della flora batterica intestinale.

 

Perché cresce la prevalenza in Italia?

Di fronte ad un’incidenza relativamente stabile, la patologia non è associata a un aumento nella mortalità. Per tale motivo, la prevalenza della rettocolite ulcerosa è destinata ad aumentare in maniera significativa nei prossimi 15 anni fino ad un numero stimato di 300.000 persone in Italia.

 

Come è organizzata la presa in carico dei pazienti con colite ulcerosa?

Un paziente con sanguinamento rettale, più o meno associato a diarrea, può arrivare all’attenzione del sistema sanitario in vari modi: tramite pronto soccorso, per ricovero ospedaliero, oppure dopo una visita dal medico di medicina generale, oppure inviato direttamente dallo specialista. Questi percorsi nella maggior parte dei casi conducono all’endoscopia, in particolare una colonscopia.

 

Quali sono i vantaggi delle terapie più recenti?

Esiste una quota di pazienti che risponde poco o per nulla ai trattamenti convenzionali. Le innovazioni introdotte dall’Aifa possono determinare in questi soggetti una remissione della sintomatologia, restituendo una buona qualità di vita, che rappresenta uno degli obiettivi, se non il più importante nel lungo periodo.

 

Che significa JAK-inibitori e come agiscono?

Gli inibitori delle Janus chinasi (JAK) permettono di interrompere l’infiammazione nel colon a più livelli. I farmaci biologici bloccano una singola citochina o una singola proteina espressa dalle cellule immunitarie. Le JAK – spiega Gionata Fiorino, che è leading clinical researcher al San Camillo Forlanini di Roma  – sono proteine che permettono al segnale infiammatorio attivato da altre molecole, come le citochine, di avviare una cascata di segnali. Segnali che innescano e mantengono lo stato infiammatorio a livello degli organi e degli apparati colpiti, nel nostro caso a livello intestinale. Il blocco delle JAK permette quindi di interrompere l’infiammazione con un meccanismo a più ampio spettro.

 

Quali sono i benefici derivanti da approcci terapeutici innovativi?

L’infiammazione nella colite ulcerosa ha una genesi ancora poco conosciuta, si esclude che entri in gioco un singolo fattore scatenante. Gli approcci innovativi, ad esempio i farmaci JAK-inibitori, hanno il merito di agire su più vie in contemporanea, senza aumentare il rischio di potenziali effetti avversi. Uno dei benefici maggiori di questi farmaci, somministrabili a domicilio, è dato dal fatto che possono essere assunti per bocca e attraversano indenni lo stomaco. La rapidità del meccanismo d’azione, l’assenza di immunogenicità, la breve emivita e la facile conservazione offrono ulteriori vantaggi.

 

Filgotinib in particolare, come JAK inibitore, che riscontri ha ottenuto?

Nel corso del programma di sviluppo del farmaco (Selection) gli studi hanno valutato l’efficacia in termini di assenza di sintomi intestinali, guarigione delle tipiche ulcere del colon (risposta endoscopica), miglioramento degli esami di laboratorio e normalizzazione della qualità di vita insieme con un adeguato grado di sicurezza nell’impiego.

 

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