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Eritema solare e ultravioletti sulla pelle, le cose da sapere

I consigli degli allergologi AIITO per prevenire l'invecchiamento cutaneo

11/07/2022
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Siamo in piena estate, il sole picchia anche sotto l’ombrellone. Siamo a rischio scottature per la fatidica tintarella, alle prese con filtri solari, creme, protezioni. Occorre fare attenzione all’eccessiva esposizione al sole che può causare l’eritema solare, e farsi sentire anche a distanza di anni. L’eritema solare, infatti, è una reazione infiammatoria cutanea che fa seguito a una eccessiva esposizione a fonti di radiazioni ultraviolette. Nella maggior parte dei casi è un’ustione di primo grado che raggiunge un picco in media dopo 12-24 ore con eritema, edema intenso e molto prurito. Se l’esposizione è stata prolungata e la pelle è chiara si può avere una reazione con la comparsa di bollicine o vescicole, dolore e sintomi generali come febbre, tremore, malessere, nausea.

 

Barriera cutanea

“L’integrità della pelle è fondamentale per conservare la funzione difensiva della barriera cutanea”, commenta Riccardo Asero, presidente dei medici allergologi AAIITO. La luce solare è composta da uno spettro continuo di radiazioni elettromagnetiche suddivise in base alla lunghezza d’onda in raggi ultravioletti o UV (100 e 400 nm), luce visibile (400-700nm) e infrarosso. Il fattore di protezione solare va da un minimo di 6 ad un massimo di 50 e la protezione è garantita con applicazioni ripetute di prodotto, ogni due ore e sempre dopo il bagno, e in quantità adeguata.

 

Radicali liberi

Gli UVA (320-400 nm) sono il 90-95% delle UV, arrivano in profondità nella cute fino al derma e inducono la formazione di radicali liberi e l’alterazione delle fibre elastiche e del collagene. Sono la causa del fotoaging o invecchiamento cutaneo cioè la comparsa delle rughe e delle macchie solari; passano attraverso le nuvole, i vetri delle auto o delle finestre, vengono riflessi da sabbia, neve e ghiaccio.

 

Epidermide, danni al Dna

Gli UVB (280-320) giungono al suolo solo per il 5-10% con i livelli più alti d’estate e nelle ore centrali della giornata, hanno un’energia più elevata, ma penetrano solo fino all’epidermide e provocano danni al DNA delle cellule con mutazioni che favoriscono la comparsa di lesioni precancerose e di tumori cutanei e sono la principale causa delle scottature solari. Gli UVC (200-280nm) non raggiungono la superficie terrestre perché bloccati dallo strato di ozono che filtra le radiazioni più dannose.

 

Fototipo cutaneo

Il fototipo cutaneo classifica la pelle in base al colore e alla sensibilità agli UV con un numero da 1 a 6 (Fitzpatrick 1988) e dà informazioni sulla nostra suscettibilità ai raggi solari e sulla protezione da scegliere. Per un fototipo 1e 2 è consigliabile l’uso preventivo di agenti protettivi anche per via orale contenenti antiossidanti, iniziando due mesi prima dell’esposizione e poi per tutta l’estate. Gli attuali filtri solari, contenuti nei prodotti solari regolamentati dalle direttive della Comunità Europea, proteggono sia per gli UVB che per gli UVA, ma solo quelli colorati per la luce visibile. SPF (fattore di protezione solare) indica il valore di protezione fornita dal prodotto solo nei confronti dei raggi UVB, ma attualmente c’è l’obbligo della presenza anche di un filtro che protegga dagli UVA nel rapporto di 1/3 rispetto agli UVB.

 

Rimedi e controindicazioni

“In generale nelle forme lievi – spiega Myriam Zucca, dermatologa e allergologa AAIITO – si consigliano impacchi freddi, creme emollienti, lenitive, antinfiammatori, da segnalare che i rischi aumentano per chi fa uso di farmaci fotosensibilizzanti quali antibiotici come le tetracicline o i chinolonici, retinoidi tra i quali i farmaci per l’acne come l’isotretinoina, i gel a base di benzoilperossido, topici antinfiammatori non steroidei (FANS) specie il ketoprofene, e più in generale cosmetici contenenti profumi”.

 

Le forme comuni di psoriasi e dermatite atopica possono migliorare con una graduale  corretta esposizione solare, così come la forma iniziale della micosi fungoide che è un linfoma cutaneo. Per queste patologie, infatti, è prevista la fototerapia, durante l’inverno, con l’utilizzo di cabine disponibili nei centri dermatologici. L’esposizione solare è controindicata in patologie come lupus eritematoso sistemico, dermatomiosite, eruzione polimorfa solare, porfiria,