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Dobbiamo camminare almeno 15 minuti al giorno per pensare meglio

L’attività fisica anche moderata mantiene sano e voluminoso il cervello grazie all’apporto di ossigeno: ecco perché lo sport leggero fa benissimo

04/08/2022
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Mens sana in corpore sano. Più che mai: l’attività fisica, anche moderata, ha un effetto positivo sul cervello perché porta ossigeno in alcune zone che ne hanno più bisogno di altre. Lo rivela uno studio pubblicato su Neurology che dimostra che con una attività fisica regolare il nostro cervello acquisisce volume, lavorando al meglio.
Secondo i risultati della ricerca, alcune aree del cervello sono più grandi negli individui fisicamente attivi rispetto a quelli meno attivi. In particolare, le regioni cerebrali che hanno una richiesta di ossigeno più elevata, come il centro della memoria, beneficiano degli effetti degli sport aerobici (corsa, bici, fitness in generale).

Quanto sport dobbiamo fare per far funzionare bene i cervello? Bastano 15 minuti di camminata al giorno.

 

Lo sport porta ossigeno al cervello

La saggezza popolare da millenni sostiene che l’esercizio fisico mantiene in salute il corpo e la mente, ma dal punto di vista scientifico non sappiamo ancora bene come l’attività fisica influisce sul nostro cervello, e su quali aree.

Questo era l’obiettivo del team del DZNE tedesco (Centro Malattie Neurodegenerative), che ha esaminato i dati di 2.550 partecipanti (fra i 30 e i 94 anni) al Rhineland Study, uno studio su larga scala, che ha in archivio anche le immagini cerebrali ottenute con la risonanza magnetica (MRI).
In un test, i partecipanti hanno indossato un accelerometro sulla parte superiore della coscia per sette giorni. Le scansioni MRI hanno fornito informazioni sul volume del cervello e sullo spessore della corteccia.
È emerso che lo sport ha un effetto particolarmente benefico nell’ippocampo, il centro di controllo della memoria. Apportando ossigeno, ne mantiene ampio il volume, proteggendolo meglio dalla neurodegenerazione.

 

Gli effetti dello sport sull’ippocampo

L’aumento di volume maggiore si è visto nel confronto fra i partecipanti allo studio inattivi e quelli solo moderatamente attivi dal punto di vista fisico.

“Siamo stati in grado di dimostrare che l’attività fisica ha un effetto evidente su quasi tutte le regioni cerebrali analizzate”, spiega la ricercatrice Fabienne Fox, “In generale, possiamo dire che più alta e intensa è l’attività fisica, più grandi sono le regioni cerebrali, sia per quanto riguarda il volume che lo spessore corticale”.
Si è notato anche che più si è attivi, maggiore è l’effetto, anche se ad alti livelli di attività fisica gli effetti benefici tendono a ridursi.

Si tratta di una buona notizia, sia per chi pratica esercizio che per chi non lo fa, ora più motivato a mettersi scarpette e calzoncini. Sia per gli anziani che per i giovani: se i primi possono già trarre vantaggio da modesti aumenti di attività fisica a bassa intensità, i giovani possono avere maggiore consapevolezza degli effetti dello sport (nei soggetti giovani più attivi dello studio, le regioni cerebrali interessate erano più grandi).

 

Camminare 15 minuti al giorno

Il leader della ricerca Ahmad Aziz spiega che “anche piccoli cambiamenti comportamentali, come camminare 15 minuti al giorno o prendere le scale invece dell’ascensore, possono avere un effetto positivo sostanziale sul cervello e potenzialmente contrastare la perdita di materia cerebrale legata all’età e lo sviluppo di malattie neurodegenerative”.
“Con i nostri risultati vogliamo dare un ulteriore impulso a diventare più attivi fisicamente, per promuovere la salute del cervello e prevenire le malattie neurodegenerative”, dice Fabienne Fox. “Anche una modesta attività fisica può aiutare. Si tratta quindi di un piccolo sforzo…”.