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Dieta e sindrome metabolica, qual è il ruolo del microbiota

Uno studio condotto sui topi suggerisce che consumare cibi ad alto contenuti di zuccheri riduce la quantità di batteri con effetto protettivo contro diabete, obesità e altre patologie

02/09/2022

I cibi che contengono molti zuccheri alterano il microbiota intestinale, innescando una catena di eventi che può portare a malattie metaboliche, prediabete e obesità. A concluderlo è uno studio condotto sui topi e pubblicato sulla rivista Cell, che sembra confermare ancora una volta l’impatto sulla salute del batteri dell’intestino, in relazione anche al tipo di alimenti consumati.

Effetti del cibo spazzatura

L’esperimento, a cura di un team di ricercatori della Columbia University, ha testato su un gruppo di roditori una dieta ad alto contenuto di zuccheri e grassi, per un periodo complessivo di quattro settimane, a cui ha fatto seguito un generale aumento di sintomi tipici della sindrome metabolica, come aumento di peso, insulino-resistenza e intolleranza al glucosio. L’analisi della flora intestinale (l’ecosistema di microrganismi che popola l’intestino) ha inoltre evidenziato un crollo numerico di una particolare classe di batteri comune in molte specie animali, chiamati batteri filamentosi segmentati (SFB, dall’inglese Segmented Filamentous Bacteria).

Microbioma e cellule immunitarie

Eseguendo ulteriori indagini, l’equipe ha scoperto che lo stato di salute dei batteri filamentosi era cruciale per mantenere livelli adeguati dei linfociti Th17, una classe di cellule immunitarie in grado di prevenire proprio le malattie metaboliche. Come hanno dimostrato studi precedenti, le cellule Th17 producono infatti delle molecole che rallentano l’assorbimento dei lipidi ‘cattivi’ riducendo così di riflesso il rischio di infiammazione intestinale.

“Lo zucchero elimina i batteri filamentosi e le cellule protettive Th17 scompaiono di conseguenza”, ha spiegato il microbiologo Ivalyo Ivanov, primo autore del paper. “Quando li abbiamo alimentati con una dieta priva di zuccheri, ma sempre ad alto contenuto di grassi, i topi hanno mantenuto le cellule Th17 intestinali e sono rimasti completamente protetti dallo sviluppo di obesità e prediabete, pur ingerendo lo stesso numero di calorie”.

Un aiuto da probiotici

Gli scienziati hanno tuttavia notato che la rimozione dei cibi a base di zucchero non ha aiutato proprio tutti i topi; alcuni sono comunque andati incontro a obesità e condizione diabetica. Secondo Ivanov, questa osservazione “suggerisce che alcuni interventi dietetici popolari, come ridurre al minimo gli zuccheri, possono funzionare solo nelle persone che hanno determinate popolazioni batteriche all’interno del loro microbiota”. Come confermato da un esperimento successivo, questo problema potrebbe essere superato con l’assunzione di probiotici, che ristabiliscono l’equilibrio della flora intestinale e con esso un numero sufficiente di cellule Th17

Per quanto gli esseri umani non dispongano degli stessi batteri filamentosi dei topi, Ivanov e colleghi ritengono verosimile che nel nostro intestino siano presenti microrganismi con i medesimi effetti protettivi. “Il nostro studio sottolinea che una complessa interazione tra dieta, microbiota e sistema immunitario gioca un ruolo chiave nello sviluppo dell’obesità, della sindrome metabolica, del diabete di tipo 2 e di altre patologie”, hanno concluso gli autori.