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Diagnosi precoce e aderenza alle cure, l’asma bronchiale si può curare con successo

La terapia va seguita tutto l’anno non solo nei momenti più critici. Vaccini più efficaci se fatti all’insorgere del problema

19/03/2023 - di Maurizio Maria Fossati

«L’asma bronchiale è una malattia perfettamente curabile. E la diagnosi precoce è la regola d’oro per battere le allergie e le loro complicanze». Lo afferma la dottoressa Francesca Puggioni del Centro di Medicina Personalizzata Asma e Allergologia di Humanitas. «Abbiamo degli sportivi che competono a livello nazionale e internazionale pur convivendo con l’asma.

 

Lo possono fare perché controllano in modo ottimale la malattia con i farmaci e con periodici controlli medici». Purtroppo, la maggior parte delle persone pensa che le allergie e l’asma, soprattutto se legate alla stagionalità, siano malattie che si possono trascurare. E questo è un gravissimo errore.

 

«Chi soffre di asma bronchiale in maniera continuativa per tutto l’anno – spiega l’esperta – solitamente entra nella mentalità di avere bisogno di farmaci, mentre chi ha episodi stagionali, come nel caso delle pollinosi primaverili e autunnali, spesso non usa neppure i farmaci al bisogno».

 

L’agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha recentemente evidenziato che nel periodo 2014-2021 l’impiego di farmaci per patologie respiratorie ostruttive è via via calato a causa dello scarso accesso dei pazienti ai medici specializzati. Un crollo soprattutto tra i 24 e i 45 anni. Ma non solo. Anche quando il medico prescrive una terapia continuativa, metà dei paziente segue la cura per non oltre un mese e mezzo. Un altro errore.

 

E allora quale dovrebbe essere il comportamento del paziente virtuoso?

«Diagnosi precoce innanzitutto, così come viene fatto per altre patologie. Nell’infanzia, soprattutto se c’è una familiarità in casa, è bene procedere con gli accertamenti. Se si interviene con i vaccini per le allergie quando il bambino è ancora piccolo e quando, magari, l’allergia è una sola, si riesce più facilmente a interagire con la storia naturale della malattia e a bloccarne l’evoluzione. Diventa oggettivamente più difficile controllare la malattia quando, invece, sono già presenti più allergie».

 

I vaccini sono sempre consigliabili?

«Sì, sono sicuri, efficaci e molto pratici. Si tratta di gocce o pastiglie sublinguali da assumere giornalmente a casa propria, sottoponendosi solo a controlli periodici dallo specialista. Per i pollini si eseguono cicli di immunoterapia pre-costagionali di pochi mesi che vanno ripetuti solitamente per tre anni consecutivi.

 

L’immunità fornita dal vaccino è tanto più efficace e prolungata quanto prima è stata iniziata la cura: il sistema immunitario di un paziente giovane, infatti, reagisce più prontamente ed energicamente rispetto a quello di una persona più in là con gli anni».

 

 

Dati allarmanti anche in Europa

 

L’ultimo Congresso della Società Italiana di Allergologia ha lanciato l’allarme: troppi morti in Italia e nel mondo per asma bronchiale. Nel 2019 (quindi dati non sovrapponibili al Covid), solo in Italia ci sono stati due decessi ogni tre giorni per asma, cioè circa 500 morti all’anno.

 

«Non possiamo accettare serenamente cifre del genere – afferma la dottoressa Puggioni – soprattutto considerando che oggi l’asma bronchiale è una malattia ampiamente curabile anche se è asma grave. Non è tollerabile assistere a così tante morti tra i 20 e i 60 anni, una fascia di età assolutamente giovane.

 

Purtroppo la situazione è in un periodo di stallo, anche se l’Italia non mostra i dati europei peggiori. L’Inghilterra, per esempio, ha fatto rilevare cifre ancora più preoccupanti».