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Diabete di tipo 2, male evitabile. Come prevenire le complicanze

Tre milioni di italiani con problemi di glicemia. Garattini (Istituto Mario Negri) diffonde una guida dedicata alla prevenzione, e illustra i farmaci utili per limitare il danno

04/05/2022

Per quanto la glicemia sia gestibile, con i mezzi evoluti che abbiamo a disposizione oggi, il diabete torna sempre alla ribalta, per il fatto che può colpire chiunque in età adulta, e per gli intrecci strettissimi che si determinano con sovrappeso, dieta e sedentarietà. Detto in altri termini, siamo di fronte a un’epidemia silenziosa che merita di essere arginata. Esiste un problema di controllo degli zuccheri nel sangue, ma abbiamo anche una serie di inconvenienti che possono derivare a carico di cuore e arterie, occhi, piedi e via dicendo, se trascuriamo certe attenzioni, o se le terapie vengono somministrate in modo discontinuo. Ecco l’importanza di leggere, ricordare, diffondere l’informazione su questi temi.

 

I NUMERI. In Italia un italiano su diciotto è diabetico, ma il rapporto diventa di uno su sei considerando la popolazione dopo i 64 anni. Si tratta di 3,5 milioni di diabetici, con un aumento di circa il 60% negli ultimi vent’anni. Sono questi i dati più aggiornati riportati nella pubblicazione «Il diabete di tipo 2 – una malattia evitabile», Edizioni Lswr, curata da un team di ricercatori coordinato da Silvio Garattini, presidente fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano.

 

I dati italiani mostrano una eccellente qualità dell’assistenza sanitaria, occorre però promuovere sani stili di vita e prevenire l’obesità dovuta agli errori alimentari (troppe calorie, scarsa attività fisica) fin dall’adolescenza. È sulle complicanze, sui farmaci disponibili contro il diabete (fino ai più recenti e innovativi) che si concentra lo studio, che arriva a prospettare strategie concrete per limitare il danno e scongiurare l’evoluzione della malattia.

 

Sovrappeso, sedentarietà e scarsa consapevolezza dei fattori di rischio si sommano, nei soggetti a basso tenore di vita. La trascuratezza è deleteria. Che fare allora? I rimedi sono intuitivi: dieta, ginnastica, screening e aderenza alle terapie. «Occorre adeguare i programmi scolastici, dalla scuola dell’infanzia fino ai banchi dell’università – avverte il professor Garattini – per promuovere sani stili di vita. Fattori economici individuali quali la povertà gravano negativamente sull’incidenza di malattie croniche in buona parte evitabili quali il diabete, come pure tumori e demenze senili». Sarebbe auspicabile stimolare le occasioni per fare esercizio fisico a tutte le età, quindi piscine, palestre, itinerari all’aria aperta.

 

RICADUTE. Una delle conseguenze più temute del diabete di tipo 2 è l’aumento del rischio di malattie cardiovascolari: infarto miocardico, ictus cerebrovascolare, insufficienza circolatoria degli arti inferiori, fibrillazione atriale, insufficienza cardiaca e così via. Anche la funzione renale è compromessa. Le nefropatie influenzano il tono dell’umore, per cui si calcola che il 20-30% della popolazione diabetica sia assillata dalla depressione e soggetta a un più marcato declino cognitivo».

 

PREVENZIONE. C’è un carico di sofferenze e di costi che si potrebbe evitare, conclude il gruppo di ricerca coordinato dall’Istituto Mario Negri. È quindi necessaria una rivoluzione culturale, una presa di coscienza collettiva se si vuole operare nel senso della prevenzione anziché iniziare le terapie quando la salute è ormai compromessa.