Con il sostegno di:

Deficit nella crescita, i parametri che il medico deve valutare

La maggior parte dei casi non si associa a processi patologici dell’ipofisi o dell’ipotalamo

22/01/2023 - di Roberto Baldi

Nelle botti piccole sta il vino buono, si usa dire, ma non è un criterio sempre condiviso per quanto riguarda la statura, dove all’opposto, c’è il detto “altezza, mezza bellezza“ e molti tendono alle misure elevate, dimenticando che non è importante essere alti, ma… essere all’altezza. Il fatto che Tom Cruise in qualsiasi film da trent’anni a questa parte, sembri alto, dice qualcosa delle ansie dei genitori per l’adulto al disotto di 1,75 cm.

 

E quando il bambino sembra non crescere abbastanza (in altezza)? Si tende spesso a voler modificare il corso della crescita, trascurando il latinismo secondo cui natura non facit saltus ovvero la natura non ha sbalzi, arrivando a ipotizzare addirittura il ricorso all’ormone della crescita o somatotropo. Occorre in questi casi prima di tutto una diagnosi su precisi criteri auxologici, ormonali, clinici, eventualmente neuro-radiologici per evidenziare possibili anomalie ipotalamo-ipofisarie.

 

Assolutamente da evitare il criterio del fai da te, attraverso la proposizione di prodotti ormonali repreribili online, considerata anche l’attenzione vigile che le varie regioni pongono al problema, elencando periodicamente vari Centri di riferimento appositamente autorizzati, nei quali poter avviare un trattamento terapeutico adeguatamente monitorizzato secondo criteri standardizzati ove se ne presenti la necessità assoluta, atteso che la mancanza di ormone della crescita è condizione peraltro fortunatamente rara rispetto alle forme più frequenti di bassa statura.

 

La maggior parte dei casi di deficit di ormone della crescita non si associa a processi patologici dell’ipofisi o dell’ipotalamo e devono comunque caratterizzarsi nei bambini con statura inferiore al 3° centile usando le carte di crescita; ritardo di età ossea; velocità di crescita staturale inferiore al 25° centile. Altrimenti si tratta di un deficit cosiddetto idiopatico, ossia non correlato a un processo patologico, per il quale può valere tuttalpiù la necessità di un miglioramento alimentare, la corretta divisione dei ritmi sonno-veglia, un’attività sportiva ludica, mare nella stagione estiva.

 

Da tenere presente in appendice che il momento della nostra vita in cui siamo più alti è attorno ai 30-35 anni. Secondo una ricerca, condotta qualche anno fa dal Gerontology Research Center di Baltimora, la perdita cumulativa di altezza dai 30 ai 70 anni è in media di circa 3 cm per gli uomini e 5 cm per le donne in conseguenza di un normale processo di invecchiamento, in quanto i dischi tra le vertebre della colonna vertebrale con gli anni si disidratano e diventano più sottili.