La disponibilità ad aiutare amici e parenti è una condizione che influisce positivamente sulla salute riducendo l'infiammazione cronica
Poter contare sul sostegno delle persone vicine in caso di bisogno è una condizione che influisce positivamente sulla nostra salute, sia psicologica che fisica. Ma al tempo stesso è vero il contrario: anche la disponibilità a fornire assistenza agli altri gioca un ruolo altrettanto, e forse più importante nel nostro benessere. Ne sono convinti i ricercatori della Ohio State University, dando sostanza scientifica all’adagio che dare è meglio che ricevere. O quantomeno, le due cose sono strettamente intrecciate: le relazioni sociali producono benefici per la salute solo quando il supporto è reciproco.
Lo studio si è basato sui dati di 1054 adulti in buono stato di salute, di età compresa fra i 34 e gli 84 anni. I partecipanti hanno risposto a una serie di domande per valutare la loro integrazione sociale: se fossero sposati o convivessero con un partner, la frequenza dei rapporti con parenti e amici, l’eventuale coinvolgimento in attività con altre persone… Inoltre hanno dovuto valutare la propria convinzione di poter contare sull’aiuto delle persone vicine, e la propria disponibilità a sostenere partner, amici e parenti.
A due anni di distanza dalla raccolta delle informazioni attraverso il questionario, i partecipanti sono stati sottoposti a un esame del sangue per rilevare i livelli della interleuchina 6, una proteina che indica la presenza di un’infiammazione sistemica nell’organismo. È stato scelto questo parametro proprio perché l’infiammazione cronica (che può predisporre allo sviluppo ad esempio di tumori e malattie cardiovascolari) si presta come cartina di tornasole per misurare le condizioni di salute generali.
I ricercatori hanno così osservato che l’infiammazione cronica risultava minore solo nelle persone che si erano dichiarate inclini ad aiutare gli altri, e questa associazione si è confermata anche tenendo conto di vari fattori che possono influire sull’infiammazione, come l’età, lo stile di vita, l’utilizzo di medicine, eccetera. La correlazione sembrerebbe più comune fra le donne che fra gli uomini, ma lo studio non ha potuto definire con certezza questo aspetto per via del campione ridotto.
“Le relazioni positive possono essere associate a un’infiammazione minore solo per coloro che credono di poter dare supporto agli altri“, commenta l’autore principale Tao Jiang; “È possibile che, quando le persone sono convinte di poter essere d’aiuto agli amici e alla famiglia, queste relazioni siano per loro particolarmente gratificanti e diminuiscano lo stress, e ciò riduce l’infiammazione”.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Brain, Behavior, and Immunity.