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Dalla scoperta della caffeina agli integratori per astronauti

Attraverso la storia impariamo a conoscere le proprietà dei nutrienti

20/02/2022 - di Ciro Vestita

Il caffè è la bevanda più diffusa al mondo. Il suo nome deriva dalla città etiope di Kaffa ove i monaci in preghiera la usavano per aumentare l’attenzione nelle notti di veglia. Il tutto nacque da una osservazione casuale di un pastore di Addis Abeba il quale aveva notato come le sue capre pascolando fra arbusti di caffè e cibandosene, diventavano inquiete ed insonni.

 

Le più grandi ed estese piantagioni di caffè attualmente sono in El Salvador, piccolo stato del Centro America, un paese dal vissuto travagliato. Fin dall’arrivo degli Spagnoli la sua mite popolazione è stata vittima di terribili massacri; nel secolo scorso, tristemente famosa la Matanza del 1932 ove il generale Martinez assassinò una miriade contadini innocenti, e poi, ahimè, il patriota Farabunda Marti ed il cardinale Romero, quest’ultimo assassinato insieme ai suoi chierici sull’Altare ove celebrava messa. Nel Salvador c’è ancora tanta povertà con una novità che mi ha lasciato molto stupito: El Salvador è il primo Stato al mondo ad adottare come moneta nazionale la criptovaluta più famosa, i bitcoin.

 

Ma torniamo al caffè: il suo principio attivo è la caffeina definita in farmacologia “alimento nervino”, capace cioè di agire sul sistema nervoso. Del caffè si è detto tutto e il contrario di tutto. Fa bene, fa male, è cancerogeno, no protegge dai tumori. Secondo recenti studi il caffè, preso in dosi giuste, è un alimento salvavita.

 

Quali sono le dosi giuste? Sono estremamente personali. Se il signor Rossi può non addormentarsi con una tazza al pomeriggio, il signor Bianchi invece non si addormenta se dopo cena non prende due caffè di fila. E con il cuore come la mettiamo? Nessun problema, l’unica controindicazione è per chi soffre di aritmie. In questo caso si può prendere decaffeinato.E per chi soffre di gastrite? Qui va evitato anche il decaffeinato; ciò infatti che lede la mucosa gastrica non è la caffeina, ma le cere, onnipresenti in tutti i tipi di caffè. Migliore il casalingo vecchia maniera o quello del bar? Paradossalmente, quello del bar perché contiene meno caffeina. Via libera quindi a questa bevanda che ormai si annovera fra gli alimenti salvavita; anticancro e grande profilassi per il morbo di Parkinson ed Alzheimer.

 

Ancora più curativa la caffeina contenuta nel thè verde che insieme ai cavoli è, per la American Cancer Association, al primo posto fra gli alimenti antitumorali. Peccato che questo thè spesso venga rovinato da preparazioni improprie; il migliore si ottiene non tenendo il filtro in acqua bollente (100°C) ma versando acqua molto più tiepida (80°C) direttamente sulla bustina. Questa preparazione soft deve fra parentesi essere applicata anche alla camomilla che, se infusa in acqua bollente invece di calmare diventa un eccitante.

 

E il cappuccino? prende il suo nome dal frate cappuccino Marco D’Aviano che, nel 1629, finito l’assedio di Vienna da parte dei Turchi, si incuriosì dei grandi sacchi di caffè che gli Ottomani mescolavano a catini di latte, creando una bevanda energizzante.

 

Ed anche i “croissant” (deliziosi cornetti) nacquero in quel famigerato assedio: un cuoco napoletano al servizio dell’imperatore d’Austria, per far capire agli assedianti turchi che nella città c’era abbondanza non solo di pane ma anche di burro e uova, creò delle brioche a forma di luna crescente (quindi simbolo della bandiera turca) che gettò sugli assedianti al di la delle mura.

 

I primi integratori spaziali

Il fisico Carl Sagan è stato senz’altro lo scienziato più entusiasmante dopo Einstein. Famoso il suo complicatissimo studio secondo il quale nell’Universo ci sono più stelle che granelli di sabbia sul pianeta terra (non solo delle spiagge ma anche dei deserti). Nel 1977 iniziò a lavorare per la Nasa e fu sua l’idea di applicare sulla carlinga della navicella Pioneer 10 le immagini di un uomo e una donna nudi, nel caso venisse intercettata dagli alieni, che così avrebbero potuto vedere come eravamo fatti: partita nel ’77, la navicella arriverà alla prima stella vicina fra 44.000 anni. Sua inoltre l’idea di rifornire gli astronauti della Missione Apollo di integratori proteici che nutrissero questi eroi ma nel contempo, essendo privi di scorie, permettessero loro di andare poco in bagno, visto il ridottissimo spazio nella capsula che ospitava i quattro astronauti. Erano nati gli integratori, affinatisi poi col tempo con l’introduzione di minerali e vitamine.