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Da dove nasce la solitudine e come cambia con l’età

Sono le esigenze che mutano a definire la solitudine umana, e le attese che vengono o meno rispettate: uno studio fa luce sulla sensazione di sentirsi soli

16/11/2022
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Da dove nasce la solitudine? E come cambia nel corso della vita? Sono le domande a cui ha cercato di rispondere uno studio del King’s College di Londra e della Duke University (Usa), che spiega come il senso di solitudine e abbandono derivi da una discrepanza tra le relazioni sociali attese e quelle effettive. E le aspettative che abbiamo da giovani non sono le stesse che sviluppiamo quando siamo anziani.
Ecco perché è necessario, secondo i ricercatori, un approccio terapeutico variabile in base all’età, e che consideri l’aspetto delle esigenze di ogni fascia di popolazione.

 

Solitudine e età

Abbiamo visto come la pandemia abbia generato importanti disagi e problemi psicologici presso tutte le fasce di età. Problemi ingenti dal punto di vista sociale, che possono avere grande impatto sulla salute pubblica: demenza, Alzheimer, malattie cardiache e altre patologie. Al punto che un paese come il Giappone nel 2021 ha istituito Ministro per la solitudine.

Il team ha lavorato a una ricerca, pubblicata su Perspectives on Psychological Science, dedicata all’analisi del perché le persone si sentono sole, soprattutto in età avanzata, e su cosa possiamo fare al riguardo.

Il primo indizio che riportano i ricercatori sul fatto che le cause della solitudine potrebbero essere più complesse di quanto sembri, è arrivato dopo l’analisi di uno studio di un nanno sull’invecchiamento in Myanmar. All’inizio, si pensava che le persone in generale non si sentissero sole, perché, come spiega la ricercatrice Samia Akhter-Kahn, “le persone sono così connesse e vivono in una società molto unita. Le persone hanno famiglie numerose e sono spesso circondate l’una dall’altra. Perché le persone dovrebbero sentirsi sole?”. Così, i due atenei hanno lavorato alla ricerca di altri indizi che facessero luce su uno dei sentimenti più diffusi nella nostra epoca.

 

La solitudine negli anziani

La ricerca, al contrario di quella sul Myanmar, ha suggerito che le persone possono sentirsi sole anche se non passano molto tempo da sole. E questo dipende dalle aspettative personali sulle relazioni. Che cambiano con l’età: quello che vogliamo dalle relazioni sociali a 30 anni non è quello che vogliamo a 70 anni.
“Se si guarda alla distribuzione della solitudine nell’arco della vita, ci sono due picchi, uno nella giovane età adulta e uno nella vecchiaia”, spiegano gli autori del paper, che si sono concentrati sulla popolazione anziana, identificando le aspettative specifiche per l’età.

Secondo la teoria degli studiosi, l’esigenza maggiore degli anziani è quella di sentirsi rispettati: vogliono che le persone li ascoltino, che si interessino alle loro esperienze e che gli altri imparino dai loro errori. Gli anziani vogliono anche contribuire alla società restituendo agli altri e alla comunità il sapere e le tradizioni attraverso l’insegnamento e il tutoraggio, il volontariato, l’assistenza o altre attività significative.
Ecco perché trovare il modo di soddisfare queste aspettative con l’avanzare dell’età può contribuire a combattere la solitudine in età avanzata. Mentre la non considerazione di questi aspetti da parte degli altri può singere verso una più grave percezione della solitudine.