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Cure a casa con la telemedicina dopo l’intervento al polmone

Il protocollo messo a punto dall’Humanitas di Rossano ha ridotto a soli due giorni la degenza ospedaliera

19/02/2023

Cure a casa con la telemedicina ai pazienti operati per un cancro al polmone. È quanto prevede il protocollo ‘New Eras’ (Enhanced Recovery After Surgery), validato da uno studio clinico curato dall’équipe di Chirurgia toracica dell’Irccs Istituto clinico Humanitas di Rozzano, Milano, pubblicato su ‘Cancers’.

 

Il programma permette di seguire da remoto chi viene dimesso dall’ospedale dopo un intervento di robotica per lobectomia (resezione del polmone, tipicamente per un tumore), grazie a speciali dispositivi elettronici. Il progetto ha avuto inizio nel 2022 come risposta alle necessità causate dalla pandemia, che ha spinto gli ospedali a riorganizzare i percorsi per tutelare le persone più fragili come i pazienti oncologici.

 

Alla base c’è la chirurgia robotica del polmone, che per le sue caratteristiche di mininvasività favorisce un miglior recupero post-operatorio. Da qui l’idea di seguire a domicilio i pazienti dopo le dimissioni, riuscendo a ridurre a due le giornate di degenza ospedaliera: 48 ore, rispetto a una media di 5 giorni con la chirurgia tradizionale.

 

«Il protocollo ha coinvolto pazienti in età compresa tra 18 e 75 anni con tumore al polmone e avviati a un intervento di chirurgia robotica – illustra il suo ideatore e coordinatore Edoardo Bottoni, chirurgo toracico referente del programma di Chirurgia robotica Humanitas – Tutti avevano un aiuto a casa (caregiver) e si sono dimostrati in grado di interagire con il dispositivo elettronico utilizzato per le televisite.

 

I vantaggi riscontrati sono: miglior recupero dopo l’intervento e minor dolore grazie al supporto da remoto degli anestesisti. I pazienti inoltre hanno confermato la facilità nel seguire le indicazioni del personale medico-infermieristico da casa».

 

Infine, New Eras ha dimostrato la sostenibilità dei programmi di chirurgia robotica in termini sia di costi dei macchinari (in proporzione ai tempi di degenza) sia di rapidità di accesso agli interventi chirurgici per i pazienti. Prima dell’intervento il paziente e il suo accompagnatore vengono istruiti nel dettaglio dal personale medico sull’utilizzo del device fornito dall’ospedale.

 

«Si fanno insieme le prove con smartphone e dispositivo elettronico per verificare che tutto funzioni – prosegue Bottoni – Il giorno delle dimissioni, generalmente 48 ore dopo l’intervento con la chirurgia robotica, i pazienti rientrano a casa con il drenaggio. Il device consente un contatto diretto con medici e infermieri, utile per il monitoraggio e la gestione del dolore. Nella lettera di dimissioni, oltre a tutte le indicazioni da seguire, c’è un numero dedicato per le urgenze o le informazioni».

 

Una volta a casa, il primo giorno ogni 4 ore, il paziente deve misurare i parametri richiesti: pressione, saturazione, frequenza cardiaca, temperatura. Il drenaggio viene gestito sempre tramite device in televisita con il supporto del medico. Il secondo giorno si misurano nuovamente i parametri. Il terzo o quarto giorno si torna in ospedale per togliere il drenaggio (previa decisione medica in televisita).

 

Segue il normale follow up: medicazione in ospedale dopo due settimane e consegna dell’esame istologico. Per garantire la sicurezza del paziente è stato predisposto un percorso dedicato di pronto soccorso per gestire eventuali casi critici, che non sono stati riscontrati.