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Così il cane sceglie il suo capobranco ’umano’

L’olfatto è il senso privilegiato con cui i cuccioli imparano a riconoscere le persone più vicine a loro

19/11/2022 - di Gloria Ciabattoni

Il nostro cane ci segue spontaneamente, ci fa le feste, ci obbedisce, ci guarda con amore, insomma ci riconosce come leader? Tutto merito dell’imprinting, ovvero dall’ “impronta” che ha ricevuto da noi da piccolo. Conosciamo il termine “imprinting” grazie all’etologo Konrad Lorenz (1903-1989), che lo coniò nel 1937 quando conduceva i suoi studi sugli anatroccoli, dimostrando che appena usciti dall’uovo lo seguivano come fosse la loro “mamma”, e quindi prendevano come punto di riferimento il primo essere che vedevano, anche se non era della loro specie. Ma questa fase doveva avvenire nei primi giorni di vita.

 

L’imprinting canino

Per il cane le cose sono un po’ diverse, e quando parliamo di “imprinting canino” intendiamo quel processo che porta il cucciolo a riconoscere l’uomo come “capo” pur essendo consapevole di essere di una specie diversa. Il cane è un animale che atavicamente viveva in branco, e la prima infanzia è una fase importante perché, socializzando da piccolo, capirà che c’è una gerarchia all’interno del “branco” nel quale vivrà, anche se il branco è un piccolo nucleo famigliare. Ma a lui poco importa, quando sceglie un “capo” sarà per la vita, anche se non lesinerà affetto e coccole agli altri abitanti della casa.

 

Si parla di prima fase di imprinting canino dalle 3 alle 7 settimane di vita del cucciolo, quando impara dalla mamma e dai fratellini. Poi dalle 7 alle 10 settimane entra nella fase dell’imprinting umano, ovvero quello della socializzazione con l’uomo e con altri animali. In realtà l’ “impronta umana” può avvenire anche prima, come sa chi ha avuto l’occasione di allattare dei cuccioli appena nati, dando loro il biberon ogni tre ore e passando praticamente le notti in bianco. I piccoli, se continueranno a vivere con quella persona, svilupperanno nei suoi confronti un rapporto speciale, come se anche da adulti ricordassero quei momenti.

 

Come possiamo capire se il nostro cucciolo ci eleggerà a capobranco? L’olfatto è uno dei sensi più sviluppati nei cani, e il nostro odore è il primo elemento che hanno per conoscerci. Per questo c’è chi mette nella cuccia di mamma e neonati un proprio indumento. Quindi quando il cagnolino ci lecca una mano, ci segue, ci fa le feste, significa che ha sviluppato un imprinting su di noi. Da adulto saprà benissimo distinguerci da un essere della sua specie, eppure quell’impronta che ha ricevuto da piccolissimo farà sì che si crei un legame indelebile con il primo umano che lo ha coccolato.

 

E chi arriva dal canile?

E se si adotta un cane da un canile? È impossibile sapere quale sia stata la sua infanzia, ma possiamo notare che un cane dotato di un buon imprinting si avvicina volentieri agli umani, cercando il contatto fisico ed evitando atteggiamenti minacciosi. Una volta avvicinato, poi, si dimostra curioso, annusa e spesso prova a giocare mordicchiando le mani senza voler attaccare. Magari cercando di giocare come faceva nell’infanzia.