Da giovani il segreto è prevenire l’invecchiamento, Quando gli anni passano evitare soluzioni forzate innaturali. L'opinione di Fabio Quercioli, specialista a Firenze
Ogni stagione ha le sue caratteristiche e, a voler forzare la natura, a volte si può eccedere. Se è vero che esiste un “troppo presto“, probabilmente c’è anche un “troppo tardi“? Lo chiediamo a Fabio Quercioli, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica di Firenze.
Dottore, qual è l’età prima della quale è bene non ricorrere a pratiche estetiche, dottore?
«Di solito prima di effettuare qualunque intervento si attende che il processo di crescita del paziente sia del tutto completato. Naturalmente si parla in questo caso di correzioni non meramente estetiche, ma con aspetti funzionali o connessi alla sfera psicologica, che può risentire fortemente di un “difetto” esteriore proprio in funzione della giovane età».
Esiste un momento per iniziare e con cosa?
«Entrando nel campo della medicina estetica, ossia delle comuni procedure che si effettuano in ambulatorio, la biorivitalizzazione è sicuramente il trattamento più adatto alle pelli giovani, basato su micro iniezioni di acido ialuronico e altre sostanze altrettanto naturali, biocompatibili e del tutto riassorbibili».
A venti, a trenta, a… anta. Dovendo fare una “scaletta“ temporale di massima, “cosa“ è indicato e “quando“, nel corso dell’esistenza di una persona?
«Da giovanissimi il “segreto” è prevenire l’invecchiamento precoce del viso, esponendosi al sole con giudizio e mantenendo sempre la pelle perfettamente idratata, con la biorivitalizzazione o con trattamenti di analoga tipologia, come il PRX. Andando avanti negli anni nasce l’esigenza di valorizzare i tratti del viso con delicati ritocchi, piccoli aumenti di volume delle labbra e degli zigomi con acido ialuronico, tossina botulinica per distendere l’area perioculare, mantenere il sopracciglio correttamente inclinato e uno sguardo vivace e giovanile».
Dopo, dottore?
«Arriva il momento di ricorrere a trattamenti di ringiovanimento più incisivi, sempre a base di acido ialuronico ma con formulazioni diverse, volti a conservare la giusta armonia dei volumi del volto, rendere i tessuti più elastici e compatti e ridefinire il bordo mandibolare, dal momento che in questa fase della vita il complesso processo di invecchiamento non si limita alla comparsa di rughe ma va ad alterare la struttura del viso nel suo insieme, modificando i lineamenti e l’espressività».
Meglio una corretta “manutenzione“ piuttosto che su interventi drastici una tantum?
«Sicuramente sì, oggi possiamo accompagnare i cambiamenti fisiologici che avvengono nel tempo con trattamenti non invasivi che donano risultati naturali, mantenendo un aspetto curato e armonioso in ogni fase della vita. La chirurgia resta una risorsa insostituibile quando c’è l’esigenza di “riportare indietro le lancette” in modo più evidente e definitivo, tenendo conto che un intervento chirurgico non può arrestare il naturale processo di invecchiamento, ma ci regala un “vantaggio” rispetto all’età anagrafica che si mantiene per sempre».
Dai 50 ai 60 e…. oltre?
«Consigliabile un lifting parziale o completo, accompagnato da lipofilling, è in grado di donare un risultato estetico naturale ed armonioso, con una metodica più efficace e molto meno invasiva rispetto al passato».
Oltre una certa età, le labbra turgide possono stonare con il resto del corpo, generando l’effetto canotto, per non parlare del rischio “mummia“: meglio volti leggermente “stropicciati“ e naturali o visi lisci a dispetto degli anni, ma con espressività ridotta?
«Ovvio, la prima opzione! Un risultato sobrio e naturale è preferibile rispetto alla ricerca di una perfezione immutabile, che non può esistere nella realtà».