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Cancro, ricercatrici Ieo Airc individuano booster antitumorale

Riflettori puntati sull'acido linoleico applicato alle CAR-T nelle neoplasie resistenti ai protocolli convenzionali

16/03/2023

L’acido linoleico, un lipide presente in natura, sembra essere in grado di potenziare, come un booster, gli effetti delle sofisticate terapie con cellule CAR-T, esaltandone l’efficacia per molteplici tumori, anche per quelle neoplasie che finora rispondevano meno bene. La scoperta è stata annunciata da un gruppo del Dipartimento di Oncologia Sperimentale dell’ Istituto Europeo di Oncologia, guidato dalla giovane ricercatrice Teresa Manzo. I risultati dello studio IEO, sostenuto da Fondazione AIRC, sono stati pubblicati sulla rivista Cell Metabolism.

La terapia con cellule ingegnerizzate, detta CAR-T, è l’ultima spiaggia dell’oncologia, nel senso che viene praticata, il più delle volte con successo, in casi selezionati di neoplasie resistenti ai protocolli convenzionali. Ha dato risultati eclatanti in campo ematologico (leucemia, mieloma) e si sta cercando di applicarla (finora con discrete difficoltà) nell’ambito dei tumori solidi, ad esempio nel cervello (glioblastoma) e nel pancreas, un vero e proprio banco di prova. Siamo ancora a livello di laboratorio, mettiamo le mani avanti, ma la ricerca guarda oltre gli ostacoli, ed è lecito sperare.

Stiamo parlando di trattamenti personalizzati, in oncologia, in cui si coltivano cellule del sistema immunitario, linfociti T prelevati dal sangue circolante del soggetto in cura. Questi linfociti, modificati in laboratorio, in modo da potenziare l’azione antitumorale, vengono poi reinfusi nel torrente circolatorio del malato, scovano tló intrusi e li tolgono di mezzo, insomma svolgono un lavoro egregio.

Le CAR-T, come si diceva, hanno prodotto importanti risultati nel trattamento delle malattie del sangue, la scommessa è quella di riuscire ad armare linfociti killer in grado di funzionare altrettanto bene negli organi solidi interessati da focolai neoplastici, capaci cioè di attraversare quella cortina fumogena che il cancro solleva tutto attorno alla sua massa, per disorientare le difese immunitarie.

“Abbiamo dimostrato – ha scritto Teresa Manzo – che una delle cause della scarsa efficacia delle terapie attuali nei confronti dei tumori solidi va ricercata in una alterazione del metabolismo. Specifici lipidi danneggiano le cellule CD8, diminuendo la capacità del sistema immunitario di attivarsi. Abbiamo però individuato nell’acido linoleico, dapprima nelle cellule in coltura, poi nel modello animale, una sorta di interruttore capace di regolare le funzioni antitumore dei CD8″.

L’acido linoleico, aggiungiamo noi, si studia al primo anno del corso di laurea in medicina, è una molecola di uso comune nota da sempre, imparentata con gli Omega6. La peculiarità della ricerca IEO con Fondazione AIRC è quella di avere intuito un modo per impiegare questo lipide nel potenziare come booster l’azione linfocitaria, un po’ come avviene con i lubrificanti nei motori di Formula 1, che permettono di migliorare le prestazioni in gara.

Questa scoperta potrebbe avere un riflesso immediato nelle terapie CAR-T, nel senso che i linfociti CD8 possono essere riprogrammati con acido linoleico durante l’ingegnerizzazione, prima della reinfusione. Se i risultati saranno validati, con l’aggiunta di questo booster le cellule ingegnerizzate potrebbero rivelarsi in grado di infiltrare le cellule cancerose e distruggerle, senza perdere la loro energia, quindi dimostrandosi ancora più potenti di quanto non siano già adesso. Inoltre, si tratta di un metodo economicamente sostenibile, comporta l’impiego di composti lipidici che possono essere aggiunti tranquillamente ai protocolli di produzione delle CAR-T, precisa da parte sua Carina Nava, prima firma dell’articolo. La metodica è stata protetta da brevetto, ora le ricercatrici stanno cercando un partner per trasferire le provedure, dal laboratorio alla clinica.