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Caminetto acceso? Possibili allergie respiratorie da fuliggine

I bronchi nell'asmatico sono più sensibili a contatto con particelle di carbonio

04/01/2023

Una delle emozioni più intense e romantiche, d’inverno, è legata alla fiamma del caminetto acceso. Scaldarsi davanti alle braci ardenti, lasciandosi avvolgere dagli odori del bosco, è un privilegio che rievoca un legame ancestrale, l’uomo assorto in contemplazione di fronte alla magia del fuoco.

 

Particelle di carbonio

Passando dalla fiction alla tecnologia ingegneristica, occorre premettere che i prodotti certificati per la casa  e i locali pubblici, installati da aziende competenti e sottoposti a manutenzione, sono sicuri al cento per cento (parliamo di caminetti, stufe, caldaie a pellet). Gli impianti in questione vengono sottoposti al vaglio di enti autonomi che sanciscono, tra l’altro, l’elevato rendimento e le basse emissioni. Ma cosa potrebbe succedere, al giorno d’oggi, se in un focolare domestico o un falò improvvisato nel cortile di casa, quindi in assenza di certificazioni, si fanno bruciare con il legno anche cartoni contenenti vernici, packaging di plastica, sostanze chimiche inquinanti di natura diversa vieppiù sconosciute, e respiriamo questi fumi per via di camini che tirano poco? Se lo sono chiesto ricercatori indipendenti dell’American College of Allergy, Asthma and Immunology (Acaai), che hanno analizzato le reazioni a livello dei bronchi in presenza di particelle di carbonio contenenti molecole organiche disperse in ambienti confinati.

 

Fuliggine

Le allergie respiratorie da fuliggine prodotta durante la combustione sono sempre in agguato, con conseguenze facilmente intuibili: affanno, sibili e fischi durante gli atti respiratori, sensazione di mancamento o fame d’aria, edema della glottide. Questa è solo una delle tante osservazioni, aggiornate alla luce delle evidenze. Quanti soffrono di allergie o asma dovrebbero prendere in considerazione le strategie per la riduzione del danno da inalazione di sostanze disperse nell’aria che respiriamo, specialmente all’interno di ambienti confinati, in presenza di fumi.

 

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Broncopneumopatia

Se qualcuno in famiglia soffre di asma, allergie respiratorie, enfisema o fibrosi interstiziale, meglio stare alla larga da caminetti e falò che tirano poco e male, come pure evitare gli effluvi delle candele profumate. Allo stesso modo è bene smettere di fumare o (per quanti fanno fatica a rinunciare alle sigarette) passare a prodotti meno dannosi, come gli stick di tabacco riscaldato. Specie in caso di asma allergico e bpco (broncopneumopatia cronico ostruttiva – copd) il fumo è particolarmente lesivo, gli effetti su bronchi e polmoni si fanno sentire, idem dicasi per bambini e adulti esposti al fumo passivo.

 

Fumo di sigaretta

Gli uomini fumano di più tra i 25 e i 44 anni, le donne fumano maggiormente tra i 45 ed i 64 anni. Un fumatore su quattro accende più di 20 sigarette al giorno. Questi dati, citati da Pmi Science, hanno riportato alla ribalta il tema della riduzione del rischio tabacco come strategia di salute pubblica. Umberto Tirelli, medico specialista di chiara fama, già primario ospedaliero di oncologia, intervenuto in occasione di un convegno di Motore Sanità che ha messo a confronto clinici e amministratori, ha assolto in questo senso la nicotina, e chiama in causa più di 60 sostanze contenute nel fumo di sigaretta considerate potenzialmente cancerogene.

 

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Roghi e incendi

L’esposizione all’aria inquinata da roghi e incendi ha effetti negativi sull’asma, le allergie respiratorie, e si ripercuote sulla salute del cuore, esattamente come lo smog causato dal traffico automobilistico e dagli impianti termici che bruciano combustibili fossili. A confermare i rischi è stato uno studio dell’Università della California a Davis. Nell’area di Sacramento i ricercatori hanno esaminato i dati giornalieri e mensili sul particolato fine (PM2.5) che può penetrare nei polmoni e passare nel flusso sanguigno. Hanno scoperto che persino i bambini, esposti a inquinamento atmosferico da roghi e incendi nelle vicinanze, presentavano valori alterati nei campioni di sangue, con livelli elevati dei marcatori infiammatori, come l’interleuchina 6, e una minore regolazione del sistema nervoso autonomo.

 

Terra dei Fuochi

C’è un nesso accertato, una relazione di concausa, anche tra l’emergenza rifiuti incontrollati sul territorio delle province di Napoli e Caserta compresi nella cosiddetta Terra dei Fuochi, e l’insorgenza di alcune patologie, come l’asma, le allergie respiratorie, ma anche diverse forme di leucemia, tumore, malformazioni congenite. Un dato oggettivo, che finora era solo un’ipotesi degli scienziati in attesa di riscontri, è stato confermato dal rapporto conclusivo dei lavori dell’accordo che la Procura di Napoli Nord, ufficio giudiziario con sede ad Aversa (Caserta), ha stipulato con l’Istituto Superiore di Sanità.