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Cambiare lingua quando si parla è un fenomeno totalmente naturale

Secondo uno studio della New York University il bilinguismo è una condizione che si sviluppa in modo totalmente naturale nel cervello umano

08/11/2021
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Il cervello non fa differenze nell’elaborazione di parole in una lingua sola o in idiomi diversi. Cambiare linguaggio durante una conversazione, negli esseri umani, anche in un breve intervallo di tempo, è un processo totalmente naturale, senza che ce ne accorgiamo. È questa la conclusione di uno studio scientifico di un team della New York University pubblicato sulla rivista eNeuro. Siamo bilingui per natura, insomma.

 

Il cervello non rileva il cambio di lingua

Il bilinguismo è una condizione naturale del cervello tanto che, quando si cambia la lingua durante una conversazione, l’encefalo non mette in atto nessun meccanismo per ‘correggere’ quello che stiamo dicendo: “I nostri cervelli sono in grado di interagire in più lingue contemporaneamente – spiega Sarah Phillips, relatrice del team della New York University e autrice principale dello studio – e non importa se i diversi idiomi differiscono nei suoni o nel modo in cui si organizzano le parole per formare frasi”.

“I bilingui – si legge ancora nello studio americano – mostrano una versione affascinante di questo processo: i loro cervelli combinano efficacemente parole di lingue diverse allo stesso modo di quanto fanno con stringhe della stessa lingua”.

 

Come funziona il cervello bilingue

Per comprendere meglio il processo neurologico alla base del bilinguismo, gli scienziati hanno studiato il comportamento delle persone che parlano naturalmente più lingue. Lo scopo era quello di scoprire se il meccanismo di attivazione neurale del cervello umano cambia quando si prova a comprendere o parlare una sola lingua o più lingue nello stesso momento.

Il test ha misurato l’attività dei neuroni dei bilingui coreano/inglese. I soggetti coinvolti nello studio hanno visualizzato una serie di combinazioni di parole e immagini sullo schermo di un computer e dovevano indicare se l’immagine corrispondeva o meno alle parole precedenti. In alcuni casi, le due parole provenivano da un’unica lingua (inglese o coreano) mentre in altri venivano utilizzate entrambe le lingue.

 

Per misurare l’attività cerebrale dei soggetti che hanno partecipato allo studio, i ricercatori hanno utilizzato la magnetoencefalografia (MEG): una tecnica che mappa l’attività neurale registrando i campi magnetici generati dalle correnti elettriche prodotte dal cervello.

Le analisi delle registrazioni hanno mostrato che i bilingui coreano/inglese, nell’interpretare le espressioni in un linguaggio misto, usavano lo stesso meccanismo neurale che impiegavano nell’interpretare le espressioni in un’unica lingua.

Andando nello specifico, lo studio ha dimostrato che il lobo temporale anteriore sinistro del cervello, la regione cerebrale nella quale si articolano i significati di più parole, era insensibile al fatto che gli stimoli che riceveva provenissero dalla stessa lingua o da lingue diverse.

 

La conclusione dei ricercatori americani è molto netta. “Studi precedenti – si legge nel paper – hanno esaminato come il nostro cervello può interpretare un numero infinito di espressioni all’interno di una singola lingua; e questa ricerca dimostra che i cervelli bilingue possono, con sorprendente facilità, interpretare espressioni complesse contenenti parole di lingue diverse “.